Cultura

Le pagelle di Maurizio Matteotti

AA

MARCO MENGONI
* «L'essenziale»
«Bellissimo»

È il contratto davanti agli italiani, nel senso di colui che appare semiparalizzato dalla tensione. Riesce a sciogliersi un po' lungo il primo brano, una ballad da soul italianizzato. Ma poi tocca a quello scritto da Gianna Nannini, che - già autrice dell'«Inno» fatto proprio dal Pd - vorrebbe far sventolare anche le bandiere del Festival. Non un granché tuttavia, il pezzo, a dispetto del superlativo. E, forse per il timore di strafare, il Marco da Ronciglione ci si trova a... mal partito. Risultato: Gianna, sei fuori. E tu, Mengoni, sei da risentire (il che, attraverso le radio, accadrà di certo).

RAPHAEL GUALAZZI
«Senza ritegno»
* «Sai (Ci basta un sogno)»

Viene dal movimento giovanile, avendo vinto tra le Nuove proposte due anni fa. Il programma se l'è scritto da solo (testi e musiche). E, parlando di quelli che vogliono far sognare e di quelli senza ritegno, ha titoli che potrebbero davvero riferirsi a nostri politici... Ma anche lui è contratto davanti agli italiani. Così, il primo pezzo, tra funk e latin jazz, deve aspettare il Suonadur - Bosso, con la «o» (il Fabrizio trombettista) - per decollare. E pure il secondo lascia solo intuire di essere molto bello. Sino a quando, da lassù, Ray Charles accarezza benevolo il capoccione dell'Impaurito e ne scuote la voce.

DANIELE SILVESTRI
* «A bocca chiusa»
«Il bisogno di te (Ricatto d'onor)»
È vero: qui è in tv. Ma è tra i pochi ad aver scelto la piazza (quella da manifestazioni) per dire - tra una citazione da «La società dei magnaccioni» ed un'altra, riveduta, da Giorgio Gaber («Partecipazione è libertà, ma pure resistenza») - che non lo metteranno a tacere neppure tagliandogli la lingua. In realtà - anche se al fianco ha Renato Vicini, per la «traduzione» con i segni - non gliel'hanno amputata. Ed ecco arrivare lo scioglilingua. Ma anche se è vero che quest'anno va di moda il «Salirò», in politica, sarebbe stato più saggio non rifare, in peggio, lo stesso brano del 2002. In ogni caso, se arriverà qualche riconoscimento non sarà Roma ladrona.

SIMONA MOLINARI
con PETER CINCOTTI
«Dr. Jekyll Mr. Hide»
* «La felicità»
Eccolo, il vo(l)to degli italiani all'estero, con il newyorkese Cincotti di nonna piacentina e nonno napoletano che accompagna la piacente napoletana Molinari.
In una campagna elettorale in cui tutti devono farsi fotografare con un quattrozampe in braccio, loro hanno scelto il can de Trieste, grazie all'inedito swing trovato, e regalato, dalla vedova di Lelio Luttazzi. «La felicità», invece, non è un inedito di Fred Buscaglione, ma è come se lo fosse. In ogni caso, dovendo il popolo pronunciarsi: tra l'evocazione letteraria e la parola magica, quale pensate avrà scelto?

MARTA SUI TUBI
«Dispari»
* «Vorrei»
Marta sui Tubi non è per le quota rosa, ma il nome del gruppo cui è affidato, a beneficio delle orecchie, l'annuale compito di incarnare - con il loro rock alternativo - la restituzione dell'Imu: indipendente musica underground. Il primo pezzo è originale e con intuizioni interessanti, pur se con un eccesso d'enfasi. Persino migliore il secondo, che abbina al gusto folk di molti nuovi gruppi americani una punta di melodramma (che non guasta). Difficile immaginare che il grande pubblico ne faccia il proprio gruppo di... elezione. Ma restano gli altri circuiti. Marta su YouTubi.

MARIA NAZIONALE
«Quando non parlo»
* «È colpa mia»
Dal cognome, il suo movimento si direbbe Nazionale. Invece, mentre c'è chi al Nord fa i calcoli sulle tasse, Maria punta a trattenere al Sud il 75 per cento dei voti, con autori doc da versione 2013 di «per chi suonano i campani». La prima canzone è di Gragnaniello, con una spruzzata di fado. La seconda, di Peppe Servillo & Fausto Mesolella, è da tradizione napoletana fino al midollo, al netto della chiusura alla «My Way». E come poteva Montella, detto l'Aeroplanino, non dover annunciare che dalle urne è uscito il motivo dei due Avion Travel?

CHIARA
«L'esperienza dell'amore»
* «Il futuro che sarà»
Si presenta con un abito che può risvegliare il gusto umoristico anche di chi si è già appisolato. Ma è quella che ha cantato meglio. Viene dal Cielo, avendo vinto l'ultimo «X Factor» targato Sky. E il futuro è quello che (con in mente un tango moderno) le ha scritto Francesco Bianconi. Il suo, dunque, è il Movimento 5 BauStelle. Che viene premiato.
Tuttavia, per una possibile vittoria finale, sarebbe forse stata preferibile la più diretta ed efficace love song firmata Zampaglione. E non vorremmo che la Galiazzo fosse vittima di un involontario... tiromancino.
Maurizio Matteotti
N.B. L'asterisco segna le canzoni scelte per proseguire nella gara

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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