«L’alba dentro l’imbrunire», lo show incursione nel mondo di Battiato

Uno show composito, per entrare nell’universo di Franco Battiato, compianto mostro sacro della musica italiana. L’evento clou del Festival «Shomano 2022» - «L’alba dentro l’imbrunire» - sarà condotto da Antonio Silva (storico presentatore del Premio Tenco) ed avrà come protagonisti il produttore discografico Stefano Senardi insieme agli artisti Simone Cristicchi e Amara: si svolgerà domani, mercoledì, al cinema Garden di Darfo Boario Terme, alle 20.45 (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti; già numerose le prenotazioni).
Una serata unica, che combina la presentazione del libro «L’alba dentro l’imbrunire. Una storia illustrata di Franco Battiato» di Stefano Senardi e Francesco Messina (Rizzoli Lizard 2021, 320 pp., 39 euro) - con l’esibizione live di Cristicchi e Amara, in tour con il progetto «Torneremo ancora. Concerto mistico per Battiato». Abbiamo sentito il ligure Senardi che è stato presidente di Polygram Italia negli anni 90, salvo poi aprire una propria eichetta, quindi dedicarsi alla consulenza artistica per musicisti nazionali e internazionali (da Morricone ai Symply Red, passando per Zucchero e Fossati).
Stefano, cosa avete immaginato per il tributo camuno a Battiato?
L’idea è quella di un’incursione a tutto tondo nel mondo di Franco. Nella prima parte si parlerà di lui muovendo dal libro, quindi discorrendo di musica ma anche del lato spirituale, con intermezzi musicali a introdurre o sottolineare gli argomenti. La seconda parte sarà un live, secondo l’impostazione che Simone ha rodato nel tour con Amara, e che è il risultato di una sua frequentazione non troppo risalente con Battiato, capace tuttavia di lasciare in lui tracce profonde.
Nel suo caso, invece, la frequentazione con Battiato è antica. Come conobbe l’autore de «La voce del padrone»?
Sono stato prima di tutto un suo grande ammiratore, sin dai tempi di «Fetus» e «Pollution» (i primi due album di Battiato, rispettivamente 1972 e 1973, ndr). Quando ho cominciato a occuparmi professionalmente di musica, ho fatto in modo di conoscerlo, nel 1982 ho perfino organizzato un suo concerto a Imperia, la mia città. Da discografico, ho dato vita a un vero e proprio corteggiamento nei suoi confronti, fino a portarlo in Polygram, per la quale ha inciso tre album: il seminale «L’imboscata» (contiene «La cura», ndr), il visionario «Gommalacca» e «Fleur».
Dal rapporto professionale nacque un’amicizia…
Di quelle profonde. Ho frequentato le sue case siciliane, fatto con lui decine di viaggi all’estero, più in generale ho goduto dell’affetto e dell’intelligenza dell’uomo, oltre che dell’artista.
Il libro è una biografia o un omaggio?
Non una biografia in senso stretto. Ci siamo chiesti cosa sarebbe piaciuto a Franco; di conseguenza, abbiamo coinvolto una cinquantina di persone che in qualche modo hanno fatto parte della sua vita: tutto materiale di prima mano, con un imponente apparato fotografico.
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