La solitudine dei numeri uno: i portieri del sogno

La solitudine dei numeri uno è la solitudine di coloro che hanno scelto di giocare al contrario. Loro i gol non li fanno, li evitano. Sono diversi da tutti, sono uomini di confine, figure romantiche dotate quasi sempre di un carisma fuori dal comune. Esattamente quel carisma che li ha portati a scegliere un ruolo che - chi ha giocato a pallone lo sa - è più una missione, che una semplice posizione in campo. I portieri piacciono, sono sempre piaciuti. Proprio per quell'alone di mistero che circonda la scelta che li ha spinti lì, ai confini del gioco, immobili e serafici, a guardare gli altri che corrono.
Darwin Pastorin, giornalista e scrittore di origini brasiliane, ne aveva già parlato in L'ultima parata di Moacyr Barbosa (ed. Mondadori, anno 2005, 92 pagine, 12 euro), raccontando la parabola esistenziale di uno dei più sfortunati rappresentanti della categoria, appunto quel Barbosa "portiere maledetto" del Brasile al Mondiale del 1950.
In I portieri del sogno la squadra di numeri uno s'allarga. C'è Giuliano Terraneo, ex guardiapali di Milan, Torino e Lecce, appassionato di poesia; c'è l'istrionico paraguaiano Jose Chilavert, che andava nelle fabbriche a parlare di politica con gli operai "volando tra un palo e l'altro, un sogno e l'altro"; c'è Wlliam Vecchi, "col volto di un filibustiere salgariano", detto "l'eroe di Salonicco", perché laggiù nel 1973 regalò la Coppa delle Coppe - c'era ancora - al Milan; c'è Edwin Van der Sar, malinconico olandese che a Torino, quando giocava nella Juve, passava i giorni liberi a visitare il Museo Egizio, la palazzina di caccia di Stupinigi, le Langhe. E poi c'è quel matto di Renè Higuita, il colombiano con la faccia da guitto, finito in galera per spaccio di droga e sulle pagine dei giornali come mediatore in una squallida storia di rapimenti; il nostro Dino Zoff con l'indimenticabile parata (in presa) del 5 luglio '82, durante la leggendaria Italia-Brasile vinta dagli azzurri. C'è infine la storia di un certo Ernesto Guevara, rivoluzionario per vocazione e portiere... sempre per vocazione. Anche lui scelse la missione. Anche lui scelse di giocare al contrario.
Carlos Passerini
I PORTIERI DEL SOGNO
Darwin Pastorin
Einaudi - 86 pagine, 11,50 euro
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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