La sebina Lilly: «Quella volta che rifiutai le avances di Picasso»

«Il mio pomeriggio con Pablo Picasso e quell’inaspettata, lieve carezza nel lato posteriore femminile più ammirato...». Inizia così il brillante racconto di Liliana Lanza, di casa a Sarnico sull’amato lago d’Iseo. Liliana, per tutti Lilly, oggi ha 87 anni. Di una signora non si dovrebbe svelare l’età; ma in questo caso è quasi doveroso, visto che, oltre a portarla in modo orgoglioso e moderno, ha mantenuto la verve che si può immaginare avesse anche in quell’estate del 1963, quando le capitò di incontrare il grande pittore e scultore nella sua casa a Vallauris.
Visita inaspettata
È divertita, Lilly, nel raccontare di quella visita che ancora le scorre davanti agli occhi, sebbene siano trascorsi 60 anni: «Ero reduce da un intervento di appendicectomia e trascorrevo qualche giorno di convalescenza a Cannes. In Francia avevo una zia che abitava a Grasse, il paese famoso per i suoi profumi. Fu lei, amica della famiglia Picasso, che un giorno mi annunciò che saremmo andate a Vallauris, a conoscere un grande artista del quale al momento non mi disse il nome, ma che io, subito, immaginai essere Picasso. Fu così che mi trovai nella casa di uno dei più geniali artisti del ‘900, che peraltro io non conoscevo quasi».
Bellissima dimora
La signora Lanza prosegue descrivendo la casa, molto bella, con ampi porticati e tanto verde, nella quale Pablo in quel momento viveva con la moglie, e aggiunge: «Mi sembrava un uomo normale. Ai miei occhi non aveva quel fascino istrionico che seppi poi essergli riconosciuto da tutti, soprattutto dal pubblico femminile. Forse perché era con la moglie o perché, nel contesto familiare, poteva permettersi di essere assolutamente se stesso... Non so. Sta di fatto che più di lui mi colpì la bellissima dimora. Sino, appunto, a quel gesto, tipico dell’uomo Picasso, impenitente donnaiolo che io allora, come detto, non conoscevo...».
Tocco inaspettato
«Eravamo nel giardino – scorre il racconto - e lui ci stava accompagnando con la moglie e mia zia lungo i vialetti. Ad un certo punto ci fermammo per ammirare qualcosa. Lui stava dietro di me, quando sentii un lieve tocco sul mio fondoschiena. Stupita, feci un balzo in avanti, girandomi e guardando dritto negli occhi quell’uomo, sensibile al fascino femminile, che però capì subito di aver osato anche troppo!». «Poi - prosegue Lilly - il pomeriggio andò avanti in tranquillità, parlando del più e del meno e mai di arte, sino al commiato. A quel punto Picasso, forse per scusarsi o solo per lasciarmi un ricordo, mi regalò una cartolina dove era riprodotta una sua statua, “L’Homme au Mouton”, firmandola sul retro...». «Solo più tardi - afferma Liliana - mi resi conto che avevo fra le mani un piccolo tesoro. Certo: ci fosse stato anche un disegnino... Alcuni anni fa mio figlio ha fatto valutare la cartolina firmata e la quotazione non è indifferente. Ma abbiamo deciso che è un ricordo troppo importante e preferiamo tenerla». Come darle torto? Lilly vi troverà sempre la memoria della luminosa giornata nella quale incontrò uno dei più grandi artisti... Ma forse, ancor di più, le piace pensare che lei, bellissima ragazza proveniente da un piccolo paese del lago d’Iseo, ha saputo rimettere Picasso al proprio posto.
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