La residenza artistica di Palazzo Monti menzionata sul New York Times

Se le scuole di specializzazione formano avvocati e medici, per tutti coloro che aspirano ad una carriera nel mondo dell’arte il percorso è meno chiaro e delineato.In questa tortuosa via per trovare un’idenità professionale e personale, le residenze artistiche possono considerarsi una tappa davvero formativa.
Ne è un esempio quella ospitata a Palazzo Monti, in Piazza Tebaldo Brusato a Brescia che è stata inserita nella guida stilata dal New York Times - The Style Magazine in cui vengono mezionati i 12 istituti artistici e residenze sparse in tutto il mondo, da Francoforte al Wisconsin. Ma cos’è davvero una residenza artistica? Lo abbiamo chiesto a Edoardo Monti, fondatore ed ideatore del progetto «Palazzo Monti», nato nel 2017.
Il progetto
La residenza è un percorso che porta artisti da tutto il mondo a vivere e lavorare insieme, mettendo in gioco il proprio bagaglio di esperienze e contaminandosi con l’ambiente circostante e gli altri partecipanti. Lo spazio di Palazzo Monti, come ci spiega il suo fondatore,diventa a tutti gli effetti un luogo da abitare e da cui lasciarsi ispirare: dalla mattina presto fino a tarda notte, artisti nazionali e internazionali sono invitati a condividere la loro quotidianità e a sperimentare diverse pratiche artistiche dalla pittura alla fotografia fino alla scultura e al design.
«Le residenze,tendenzialmente, si adattano al posto in cui vengono ospitate, mentre Palazzo Monti nasce con Brescia e non per Brescia. Questa esperienza è un viaggio in quella che può essere definita una ’casa per gli artisti’», commenta Monti. Il progetto dura un mese e in questi cinque anni ha ospitato più di 200 persone. Le persone che potranno avervi accesso (attualmente ne sono ospitate 3 in questo mese ma i posti sono già al completo fino alla fine del 2023) vengono selezionate da un board composto da membri provenienti da tutto il mondo,così come i partecipantim, e con le più disparate esperienze: curatori di gallerie d’arte, designers e collezioniste. Ciò che lo rende diverso dalle altre residenze italiane, come spiega Monti, è «la possibilità di vivere,lavorare ed esporre dentro ad un unico spazio».

La guida del Times e i progetti per il futuro
La menzione del Times suona quindi come una sorta di consacrazione, visto che nessun’altra residenza italiana viene menzionata: «è come se fosse l’ultimo tassello del mosaico, per quanto riguarda la comunicazione del progetto. Un’avventura indipendente e che ha comportato anche diversi rischi, visto che io venivo da una precedente esperienza, prima a Londra e poi a New York, nel mondo della moda. Comunicare l’arte è tutt’altra cosa».
Come, e se , cambierà Palazzo Monti dopo questa vetrina così prestigiosa? «L’intenzione è quella di rallentare per alzare il livello qualitativo ed avere più tempo e fondi da dedicare ai singoli progetti: passare quindi da 30 a 15 residenti all’anno». Una vetrina internazionale che non allontana la residenza dalla ricerca artistica che sta alla sua base: il 24 settembre il palazzo ospiterà un «degree show», una sorta di saggio finale, durante il quale 7 studenti e studentesse provenienti da alcune delle più importanti scuole di Belle Arti in Italia potranno esporre i loro lavori.
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