Cultura

La peggio Italia di Antonio Albanese

Successo al Palabrescia per i grotteschi «Personaggi»: Drastico, il Ministro, Cetto, e il tenero Epifanio.
Antonio Albanese
Antonio Albanese
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Chi è Antonio Albanese? L'ingenuo e poetico Epifanio, l'aggressivo e ignorante Alex Drastico, piccolo sbruffone pigro cascato in un meccanismo più grande di lui, o il «gettonatissimo» Cetto, affiancato da seducenti ballerine?

A ciascuno il suo, fatto sta che tutti i «Personaggi» di Antonio Albanese, così si chiama il suo spettacolo che gira in tournée per l'Italia, parlano con ogni muscolo del corpo, i gesti improvvisi delle mani, le smorfie assurde della faccia, i suoni dialettali di un linguaggio musicale che va oltre le stesse parole.

E così, ancora una volta, vecchi ma sempre nuovi, nuovi ma con quell'aria un po' antica di questa Italia di provincia, tutti i «Personaggi» di Albanese fanno breccia nel cuore del pubblico che ha riempito sabato e domenica sera il Palabrescia (tutto esaurito) di via S. Zeno 168.

Si parte con «ottimismo»: l'«ottimista» Antonio saltella su una musichetta da circo, regala sorrisi digrignati sopra la giacca impeccabile, saluta a ritmo e garantisce in un ironico jingle che va sicuramente sempre «tutto bene!» Se non fosse che... un'inquietante valigia appare sul lato destro del palco. «Beauty-case in sovrappeso», colorata con allegria, potrebbe nascondere... un robottino-guerriero infilatovi apposta dal grottesco «Ministro della paura», misto tra un dittatore sudamericano e un personaggio televisivo: da dietro gli occhiali scuri e con buffa «erre» moscia, terrorizza e controlla la gente.

Poi, a grande richiesta, torna il siciliano Alex Drastico, impegnatissimo a non fare nella vita un... benemerito e a decantare le spropositate dimensioni della sua virilità. Se non fosse che sui suoi passi la fortuna ha la faccia tetra di un boss... Perego è invece un piccolo industriale del Nord con l'unico pensiero del «soldo», tranne provare, dentro, «una grande noia».

Immancabile il comizio dell'aspirante sindaco Cetto La Qualunque. È la sintesi del peggio, ascoltato dal comico - ci rivela in scena (come in altri bei frangenti, in cui si confida col pubblico) - in vari comizi delle province d'Italia: ignorante, aggressivo, menefreghista e maschilista (la donna è «u pilu», punto).

Tanto sopra le righe da far ridere. Gran finale poetico con Epifanio. Poi grandi applausi e il bis. Una bella summa di 20 anni di carriera, galleria tragicomica di «Personaggi» in cui la realtà si incarna nel corpo comico e duttile di Albanese.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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