Cultura

La nascita del Civile e la Locomotiva: il nuovo numero di Biesse

Tanti temi e splendide immagini d’epoca nel nuovo numero della rivista in edicola dal 14 gennaio col Giornale di Brescia
La copertina del nuovo numero di Biesse - Foto © www.giornaledibrescia.it
La copertina del nuovo numero di Biesse - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La nascita dei nuovi Spedali Civili di Brescia, con la costruzione che, negli anni Trenta del Novecento, con i suoi padiglioni a raggiera e con la pianta a forma di fiocco di neve, prende forma in un paesaggio che è ancora campagna. La bionda birra, che va tanto di moda in città, e che, con il successo della fabbrica Wührer, dà vita ad un marchio bresciano universalmente riconosciuto. E poi, scatti del Maniva e del Rifugio Bonardi, la bellezza delle fornaci a Ponte Crotte, o il sorgere dell’Itis Benedetto Castelli, che fu inaugurato dal presidente del Consiglio Amintore Fanfani il 30 settembre 1962.

Sono solo alcuni dei temi che, con preziose immagini tratte dall’Archivio Negri e dalla Collezione Chiesa-Gosio, sono trattati nel nuovo numero della rivista «Biesse», n. 8 gennaio-febbraio 2022, dal 14 gennaio in edicola, in abbinamento con il Giornale di Brescia, ad 8 euro più il prezzo del quotidiano.

Storia e storie

«Il successo che i lettori stanno decretando a Biesse, in termini di gradimento prima ancora che di diffusione - scrivono Mauro Negri e Marcello Zane nell’editoriale del nuovo numero di Biesse - ci pare dimostri come non esista, di fatto, differenza fra la storia dei grandi eventi, di illustri personaggi e rivoluzionarie innovazioni (la Storia con la esse maiuscola) e la storia del quotidiano, di piccoli oggetti o temi legati al vivere di famiglie e cittadini (la storia con la esse minuscola). Ovvero: quel che conta è quel che cambia nel corso del tempo, che si è modificato nei nostri gesti e nei nostri panorami, nelle stanze di casa o nelle nostre piazze». «Crediamo - proseguono Negri e Zane - che persino le stufe da cucina abbiano una storia, quella dei loro costruttori ma, soprattutto, quella delle migliaia di famiglie che hanno abbandonato l’antico focolare per la moderna razionalità della cottura dei cibi. Poiché è nel confronto fra la legna e il gas, il metano e l’elettricità che si è giocata la vera storia dell’evoluzione del vivere quotidiano nelle nostre case. Una storia, cioè, delle sensibilità, dell’immaginario, delle idee e delle attese, ancora una volta della ferialità di tutti i giorni, dei bresciani di ieri e di quanti oggi vivono Brescia e vogliono conoscere la sua storia».

  • La scuola intitolata al matematico e fisico Benedetto Castelli - Foto © Archivio Negri
    Alcune foto del nuovo numero di Biesse
  • I magazzini del birrificio Wührer, con il controllo delle botticelle da riempire - Foto © Archivio Negri
    Alcune foto del nuovo numero di Biesse
  • Le fornaci e il vecchio distributore - Foto © Archivio Negri
    Alcune foto del nuovo numero di Biesse
  • La cerimonia al «Carlo Bonardi» nel 1934 - Foto © Archivio Negri
    Alcune foto del nuovo numero di Biesse

La locomotiva del Castello

Fra le storie bresciane diventate leggenda, la rivista racconta, con suggestive immagini, quella della locomotiva del Castello, in un articolo a firma di Claudio Pedrazzini. È in sintesi la storia della S.N.F.T. sulla linea Brescia-Iseo-Edolo, «fino all’estate del 1961, quando i nuovi locomotori Breda decretarono la fine della trazione a vapore». Andò in pensione anche l’amata Locomotiva n. 1, che «nella seconda metà del 1961 - scrive Pedrazzini su Biesse - sostava da alcuni mesi allo Scalo Merci F. S., in via Dalmazia». Il suo destino era glorioso: ascendere al Colle Cidneo, fino al piazzale che da lei avrebbe preso il nome, e diventare uno dei simboli della Leonessa d’Italia.

«Biesse» ripercorre l’epica impresa che condusse il pachidermico veicolo - «circa 330 quintali» - fino al Castello, con «una massiccia mobilitazione dei mezzi speciali della Ditta Besenzoni». Si narra anche come fu superato l’arduo e delicato tratto del ponte levatoio. Una vera avventura, ripercorsa anche con l’ausilio delle cronache del Giornale di Brescia, allora unico quotidiano locale. Spettacolari le immagini storiche che accompagnano il racconto.

Le altre storie

Ma la rivista tocca pure numerosi altri temi: fra questi, «Il porto di Tremosine» raccontato da Giacomo Girardi, «La rimessa dei tram municipali - I depositi di via Donegani in città» a cura di Marcello Zane, vedute di Brescia nel Settecento («Le mura venete verso Oriente» di Gabriele Chiesa), ma anche «L’incrocio di Virle Treponti», «Le ville di Sulzano» (Silvia Boffelli), oppure la sopra citata storia delle familiari cucine economiche. E tanto altro ancora.

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