Cultura

La fotografa che sbircia nelle sagrestie delle chiese bresciane

Il progetto «Dietro le quinte del Sacro» della bresciana Fabiana Zanola documenta dettagli sorprendenti, tra solenne e sfumature di trash
La fotografa Fabiana Zanola, 43 anni, è originaria di Bovezzo - Foto Fabiana Zanola (autoritratto, 2023)
La fotografa Fabiana Zanola, 43 anni, è originaria di Bovezzo - Foto Fabiana Zanola (autoritratto, 2023)
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Nel cassetto del vescovo ci sono le mitre, i guanti e gli zucchetti viola, impilati uno sull’altro. E poi, accanto alla scatola con i cingolini annodati in spolette, c’è un flaconcino di disinfettante spray per le mani. È solo uno dei contrasti, affascinanti perché sfacciatamente reali, colti dall’obiettivo della fotografa bresciana Fabiana Zanola. Dal 2017 la 43enne di Bovezzo s’intrufola nelle sagrestie delle chiese di tutta la provincia, per cogliere e immortalare dettagli, scorci e inquadrature che lasciano a bocca aperta. «Chiedo sempre il permesso, naturalmente, e non entro mai a gamba tesa: serve la giusta discrezione, ma devo dire che non ho mai trovato resistenze. Alcuni parroci mi hanno spalancato armadi e bauli».

Il risultato è una collezione di scatti sorprendenti, essenzialmente per due ragioni. La prima è perché documentano ambienti solenni e spesso inesplorati: pochi hanno accesso e questa esclusività li rende già di per sé interessanti. La seconda ragione è perché raccontano di luoghi funzionali e intrisi di pragmatismo, dove le mani del sagrestano, della perpetua o degli addetti alle pulizie lasciano una traccia. Ed è in quell’accostamento tra sacro e profano, tra genuino e austero, che scatta la scintilla.

  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
  • Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»
    Alcuni scatti di «Dietro le quinte del Sacro»

Come nella sagrestia della Parrocchiale di Pompiano, dove il bastone fiorito sulla tela che raffigura San Giuseppe svetta in mezzo a una scala telescopica in alluminio e a un aspirapolvere a bidone. O come a Castenedolo, dove i busti reliquiari d’argento stanno in cima a un armadio come rapaci su un albero, avviluppati in un cappuccio di cellophane per proteggerli dalle ragnatele. E che dire di Vobarno, dove il prezioso crocifisso da processione con decori dorati sta appoggiato al muro, accanto al quadro elettrico con le etichette adesive e il mixer dei microfoni.

Abiti sacerdotali nella sagrestia del Duomo Nuovo di Brescia, dicembre 2020 - Foto Fabiana Zanola
Abiti sacerdotali nella sagrestia del Duomo Nuovo di Brescia, dicembre 2020 - Foto Fabiana Zanola

Sono i piccoli tasselli che compongono il mosaico «Dietro le quinte del Sacro», una serie di fotografie collezionate in sei anni di ricerca.

Com’è iniziato questo progetto?

«Sono anche fotografa di matrimoni (Studio Rainbow ndr) e c’è sempre un momento della messa in cui si crea una piccola pausa. È appena dopo lo scambio degli anelli e io ne approfitto sempre per farmi un giro veloce e scoprire i diversi ambienti della chiesa. Così mi sono appassionata a quelle commistioni tra alto e basso, che a volte sfiorano il trash, ma che trovo ipnotiche».

Ma cosa c’è di così magnetico nelle sagrestie?

«Sono posti meravigliosi, in cui si è investiti dalla contraddizione tra l’aspetto dimesso di quelle stanze e la magnificenza e la solennità dell’altare vicino. La sensazione è simile a quella che si prova dietro le quinte a teatro, si ha l’impressione di scoprire un segreto: il meccanismo che sta dietro alla magia. Al tempo stesso quello che resta è che ogni cosa visibile non possa bastare a spiegare il mistero del Sacro. E poi c’è costantemente una luce particolare».

Cassetto del Vescovo nella sagrestia del Duomo Nuovo di Brescia, dicembre 2020 - Foto Fabiana Zanola
Cassetto del Vescovo nella sagrestia del Duomo Nuovo di Brescia, dicembre 2020 - Foto Fabiana Zanola

In che senso particolare?

«Sì, oserei definirla divina, lo dico con rispetto. Ma spesso è un’illuminazione che arriva da finestroni alti e che contrasta con gli arredi in legno massiccio, quasi sempre scuro, dunque l’atmosfera che si crea è emozionante».

Non c’è quel clima intimo e riservato come tra attori in camerino?

«Anche, certo, d’altronde è lì che sacerdoti e chierichetti lasciano gli abiti "civili" per indossare quelli per la celebrazione. Però li definirei piuttosto dei musei mancati».

Cosa intende?

«Le sagrestie contengono, conservate e custodite nei modi più assurdi, centinaia di opere d’arte. Quadri, statue, antichi paramenti liturgici, ricami preziosi: penso che lì si celi un pezzo importante dell’identità e della storia della Chiesa bresciana che forse si potrebbe valorizzare».

Sagrestia della chiesa Parrocchiale di Pompiano, ottobre 2019 - Foto Fabiana Zanola
Sagrestia della chiesa Parrocchiale di Pompiano, ottobre 2019 - Foto Fabiana Zanola

Qualche proposta?

«La Diocesi negli anni scorsi ha predisposto un lavoro di catalogazione di tutti gli oggetti. Ho avuto il privilegio di essere accolta in Duomo a Brescia, dove mi è stato accordato l’accesso alle sagrestie e alla sala archivio, e lì ho visto un lavoro certosino di conservazione. Teche, cassettiere, vetrine, sembra di stare in una galleria d’arte. È un autentico patrimonio con un cuore pulsante inascoltato, magari si potrebbe pensare di affiancare alla catalogazione un ulteriore approfondimento con un taglio culturale, raccogliendo i pezzi più prestigiosi in un volume».

E lei, andrà avanti a documentare la bellezza nascosta a lato degli altari maggiori?

«Assolutamente sì, ormai non posso più farne a meno (ride ndr). Certo mi piacerebbe potesse diventare qualcosa di più esteso e sistematico. Al momento lo faccio solo a margine dei matrimoni, ma se ci fosse un progetto interessante potrei anche trasformarlo in un reportage più capillare, che abbracci ogni sagrestia di ogni chiesa di tutta la provincia. Una documentazione che durerebbe mesi, ma che sarebbe una tutela per la memoria».

«Dietro le quinte del Sacro» diventerà mai una mostra?

«Ora ho materiale sufficiente e mi piacerebbe esporre le mie fotografie. Se proprio dovessi sognare in grande, mi piacerebbe allestire una mostra alla collezione Paolo VI di Concesio».

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