La firma di Mimmo Calopresti per una serie tv su Giacomo Maiolini di Time Records

Una serie tv su Giacomo Maiolini? Ci sono conferme circostanziate sul progetto, sebbene il discografico bresciano un poco si schermisca al riguardo, argomentando divertito:
«Mi sembra incredibile che qualcuno voglia fare un film su di me... Sono sempre stato uno da backstage... preferisco organizzare, al punto che amici napoletani hanno cominciato a chiamarmi "Mangiafuoco", perché sostengono che amo "tirare i fili"». «È vero - prosegue ancora Mr. Time Records - che tutte le volte che racconto aneddoti della mia professione e della mia vita c’è chi mi dice "bisognerebbe farci un film, con tutta questa roba"; ma non immaginavo che ci si potesse arrivare... Vedremo: io prendo la cosa con la massima serenità».
L’altra sera, alla festa in musica per i 60 anni di Maiolini all’Area Docks di Brescia (con Bob Sinclar e Claude, Linus e Albertino, Rudy Zerbi e i Terraross, la onlus Otb rappresentata da Renzo Rosso insieme ad Arianna Alessi...) c’erano, tra i numerosi invitati, il giornalista Alessandro Ferrucci (scrive per Il Fatto Quotidiano, dopo averlo fatto per L’Unità) e il regista Mimmo Calopresti («La parola amore esiste», «Preferisco il rumore del mare»). Sono coloro che stanno dando corpo a un’idea che Ferrucci ritiene naturale conseguenza della frequentazione con l’uomo: «Approfondendo nel tempo la conoscenza di Giacomo, non ho potuto fare a meno di dirgli con ammirazione che "se tu fossi nato negli Stati Uniti, un film su di te l’avrebbero già girato!"».
Ce ne spiega quindi le ragioni: «È un self made man, uno che ha creato un piccolo impero partendo dal nulla; perdipiù in un contesto, quello della musica dance, che è parecchio vessato, molto spesso derubricato a realtà borderline, quando invece ha di tutto, le sue figure positive e quelle meno, al pari di ogni altro. Giacomo è appunto l’esempio di un tipo differente di percorso, quello di un portatore sano di professionalità e positività non scontate, capace di ottenere risultati di rilievo assoluto, come testimoniano gli oltre cento milioni di dischi venduti attraverso gli artisti che ha promosso e distribuito, senza contare gli streaming e i premi».
«Intuito infallibile»
C’è un ulteriore aspetto che ha evidentemente intrigato un autore come Calopresti, coinvolto da Ferrucci, che sottolinea: «Maiolini è una sorta di Benjamin Button: a 22 anni, quando è cominciata l’avventura di Time, era un Bill Gates sfigato; poi è come ringiovanito col passare degli anni, lavorando con passione e intuito infallibile nel fiutare canzoni in grado di conquistare la vette delle classifiche. Chiaro che un soggetto così già visivamente, "plasticamente", è di grande interesse; e poi ci sono gli episodi di una vita intera a garantire ricchezza di contenuto».
La formula del progetto è in via di definizione, si diceva, e ancora Ferrucci ci dice che potrebbe prendere una doppia direzione: «Da un lato una serie fiction, scegliendo l’attore giusto per impersonarlo, uno che sappia restituirne la genuinità irruente, insieme alla fisicità; dall’altro un docufilm in cui il suo mondo di riferimento possa essere raccontato con i suoi occhi, con la sua prospettiva personale».
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