La biografia: dalla Valle alla Cornovaglia e ritorno

Giancarlo «Charlie» Cinelli nasce a Sarezzo nel 1958. Il primo contatto con la musica è un... passaggio obbligato, quello nella banda cittadina, dove imbraccia un sax baritono.
Charlie impara a suonare anche il contrabbasso, ma, sullo sfondo, inizia a delinearsi una propensione per il (prog) rock chitarristico e per il mito degli anni Sessanta/Settanta. Non è tutto: Cinelli si avvicina al jazz (amore che, anni dopo, sfocerà nel disco «My Jazz») grazie ai seminari con Giorgio Gaslini e attraverso l'amicizia con il sofisticato pianista Roberto Soggetti, che di fatto lo «introduce» nel mondo musicale.

La carriera vera e propria inizia negli Ottanta. Dall'81 all'82 è corista, sassofonista e chitarrista nel gruppo di Iva Zanicchi, per poi passare alla band Novecento. Si esibisce in Germania, Scandinavia e Spagna, mentre nel 1985 si trasferisce in Inghilterra (abita a Londra e in Cornovaglia), dove suona con le orchestre Shalako, Tim Abbot, Ben Hennessy, Martin Taylor e Geoff Brown.

Torna in Italia nel 1989 e firma un contratto con l'Orchestra Ritmica della Rai. Collabora con vari artisti e, nel 1990, entra nel gruppo Giuliacombo per registrare l'album «Francesca». Collabora poi con Zucchero, Cocciante, Renato Zero, Mina, Mario Lavezzi, Baccini e Paolo Vallesi.

Cinelli decide di far da sé ed è subito «magia». Nascono i Charlie & The Cats (al suo fianco Alan Farrington e Cesare Valbusa), alfieri del rock cantato in dialetto bresciano. Arrivano vari dischi: tra i più rappresentativi «Greatest Tits», «Vakaputanga» e «Baciami L'Orso», «Orzinuovi». «Nom al stadio», «Va' Gina» e «Orzinuovi» sono piccoli inni generazionali per i nati sotto il segno della Leonessa. Nel 1998 inizia l'avventura del folk dialettale, catturata ora nel dvd «Teatro Cinelli»: i dischi di riferimento sono «Törölölö», «Nòm e Cognòm», «En Casa, en Césa… al Bar», «Siforàl» e «Merlin Magù».