Cultura

La band tributo a Nek, Max e Renga

Dopo gli originali, impegnati nel tour che attraversa l'Italia, arrivano gli imitatori
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Alessandro Lunardi fa Nek, Fabrizio Urbani impersona Max Pezzali meglio di Pezzali stesso (lo dice Max), mentre non c’è ancora il nome dell’imitatore di Francesco Renga. Per il momento ci sono i suoi riccioli.

Sono i componenti, per l’appunto, del Nek Max Renga Tribute, band che si propone dal vivo per sfruttare il traino del successo del trio, impegnato in un tour che attraversa l’Italia. L’idea è venuta a Urbani, leader dei Time Out, il gruppo che omaggia Pezzali e gli 883.

Sulla loro pagina Facebook c’è chi si chiede se il progetto sia legale, chi apprezza e chi invece posta commenti ironici. I tre, dal canto loro, sembrano fare sul serio.

«Quando dei ragazzi alle prime armi decidono di formare una "tribute band" c'è l'incoscienza e il divertimento di riprodurre la musica del proprio artista preferito, semplicemente per il gusto di farlo  - scrivono online -. Ma quando questi ragazzi crescono e si ritrovano dopo 15 anni ad aver fatto migliaia e migliaia di chilometri per portare in giro la musica dei propri artisti preferiti, si ritrovano ad avere in mano un verso e proprio spettacolo fatto di professionisti che vengono dall'asfalto, dagli autogrill, dalla fatica, dall'esperienza, dai sogni e dalle situazioni più difficili e disparate da fronteggiare, perché la musica non è fatta solo di luci e suoni, ma anche e soprattutto di fatica, sacrifici, sudore, strada e cuore». 

Ce la faranno a reggere il confronto con gli originali? Nek, Max e Renga sono «duri da battere». D’accordo, pessima battuta. In ogni caso, giudicate voi. E buon ascolto. 

 

 

 

 

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