Cultura

Kilt e cornamusa, ma il musicista non viene dalle Highlands

Scozzese nella figura e nella proposta musicale. Ma l'artista che si è esibito per le vie del centro, divenuto subito social, viene da...
Kilt e cornamusa scozzesi, il musicista diventa social
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Lo vedi all'angolo di corso Palestro, davanti ad una vetrina rimasta vuota. Come fosse lì a colmare quel buio e a catalizzare gli sguardi calamitati da lontano, dal punto più remoto in cui il suono inconfondibile della sua cornamusa può arrivare. Con i capelli ricci che tendono al rosso, l'incarnato chiaro e soprattuto kilt e stoffe dal disegno inconfondibile che raccontano di praterie distese sulle Highlands, lo diresti scozzese come lo scotch whisky.

E invece no. Perché all'anagrafe fa Carlo Gandolfi: «Sono di Piacenza, ma vivo a Bolzano» assicura il musicista in una breve pausa tra un brano e l'altro. Poi riparte e soffia fuori dalla cornamusa le note inconfondibili di Scotland The Brave. 

Spiazza quasi sentirlo parlare in italiano, senza inflessioni british. Laureato in Musicologia, dall'oboe è approdato alla cornamusa, sua fedele compagna in una peregrinazione che lo ha visto girare mezzo Nord Italia (traccia se ne trova sui social: anche agli smartphone di molti bresciani non è sfuggita oggi la sua presenza). «Potrei tornare a breve a Brescia, fra un paio di settimane» assicura. Chi se lo fosse perso, tenga d'occhio il centro storico, dunque. 

Tra le note della sua cornamusa - lontana parente nella galassia degli strumenti di origine celtica della nostrana zampogna - e un babbo natale in tinta gialla che fa della reclame poco oltre, corso Palestro sbrillucicante di addobbi era oggi quantomai natalizio. A tanti, Gandolfi ha strappato un sorriso. Di quelli che vengono facili ai bambini.

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