Cultura

Internati militari, l’odissea di 650mila italiani dopo l’8 settembre

Elena Pala
Considerati dei traditori, vennero deportati nei campi di concentramento tedeschi e privati dello status di prigionieri di guerra. Il 20 settembre ricorre la prima Giornata dedicata alla loro memoria
Il permesso di lavoro rilasciato dalle autorità tedesche all'internato militare Amerigo Lupi, originario di Salò - ©Archivio storico Comune di Salò
Il permesso di lavoro rilasciato dalle autorità tedesche all'internato militare Amerigo Lupi, originario di Salò - ©Archivio storico Comune di Salò

«All’otto settembre del 1943 giorno fatale di grandi guai, io venni preso e gettato in un campo di concentramento dove dopo lunga sofferenza fummo internati fino al tempo attuale in Germania a lavorare sotto il giogo oppressore dello straniero». È Giuseppe Nedrotti di Salò, classe 1908, a sintetizzare per iscritto la sua drammatica esperienza di Internato militare italiano (Imi) l’8 maggio 1945. Nedrotti è uno dei 650mila internati italiani militari, che dopo la firma dell’armistizio dell’8 sett

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