Inquietanti trasformazioni di eroi ed eroine: tornano i miti delle Metamorfosi di Ovidio
Voglio cantare le trasformazioni / dei corpi delle cose e dei viventi. Così Publio Ovidio Nasone inizia il suo poema più celebre. Le metamorfosi tornano con i Grandi Tascabili Newton Compton a cura e nella traduzione di Mario Scaffidi Abbate, studioso nato a Brescia (testo latino a fronte, 8 euro). La scuola, in genere, non dà occasione di conoscere molto di questo grande classico dell'antichità, sempre amato da poeti e scrittori. Può dunque essere questa la volta buona per avvicinarlo, con l'aiuto della piana e bella traduzione del curatore (gli esametri dell'originale sono resi in endecasillabi), anche se il lettore non specialista rischierà di perdersi nei mille miti greci e latini. Ovidio, elegante cantore della Roma mondana di Augusto, compone infatti con Le metamorfosi una sorta di enciclopedia poetica dei miti dell'antichità. Sono raccontate 246 favole, dedicate al tema inquietante della trasformazione. Esseri umani o mitici vengono mutati in animali, piante, sassi, fonti. Sono tragiche storie d'amore, come quella di Medea, di Orfeo ed Euridice, di Arianna, di Armonia, di Eco e tante altre ancora.
Alberto Ottaviano
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