Cultura

In vendita per 300mila euro un'opera dello scultore della Loggia

Gasparo Cairano scolpì i «Cesari» che dominano la facciata del palazzo municipale: suo l'inedito compianto proposto a Torino
Il compianto in vendita
Il compianto in vendita
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Dalla sua mano sono uscite opere simbolo della Brescia veneziana di fine Quattrocento: le figure degli Apostoli nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli, e le effigi dei Cesari sui fronti della Loggia.

Ora, dello scultore milanese ma attivo a Brescia Gasparo Cairano spunta un inedito Compianto scolpito in pietra di Costa Volpino, che la galleria Orsi di Milano ha portato con altri prestigiosi pezzi alla fiera d'arte Flashback in corso a Torino.

I «Cesari» della Loggia - © www.giornaledibrescia.it
I «Cesari» della Loggia - © www.giornaledibrescia.it

Straordinario il pezzo, con il Cristo morto sorretto da Maria, San Giovanni e una figura che potrebbe essere Giuseppe d'Arimatea. Qualità che giustifica la valutazione: 300mila euro. Non è resa nota la provenienza recente, ma è certamente bresciana quella originaria. Uno studio condotto sull'opera da Vito Zani per la galleria (e pubblicato sul sito galleriaorsi.com) ipotizza addirittura che l'opera potesse essere nata come coronamento del celeberrimo Mausoleo Martinengo ora al museo di Santa Giulia e proveniente dalla chiesa di San Cristo.

Il pezzo in fiera a Torino è uno dei pochi attribuiti allo scultore, una vera e propria star dell'epoca, che la città di Brescia si accaparrò da Milano nel momento di massima espansione politica ed economica dopo l'ingresso nei territori della Serenissima nel 1426. E lo studio di Zani prova a mettere ordine al catalogo dell'autore, datando il Compianto attorno al 1505, dopo i lavori ai Miracoli (debutto bresciano del maestro, nel 1489) e in Loggia (1493-1503), e prima del portale del duomo di Salò, dell'arca di Sant'Apollonio ora nel duomo nuovo di Brescia, delle figure sulle colonne di San Francesco, sempre in città.

Collocandolo nel gruppo di altri Compianti già noti e a lui attribuiti: quello del museo del Castello Sforzesco di Milano e quello del Victoria & Albert Museum di Londra, ma anche quelli custoditi in Santa Giulia (nei depositi), in Sant'Agata e in San Faustino, databili tra il 1508 e il 1515. Anni in cui questo soggetto sacro conobbe un vero e proprio boom, anche in pittura, dovuto - spiega Zani nel saggio - al proliferare delle confraternite del Santissimo Sacramento sul modello di quella «fondata nel 1494 nel duomo di Brescia con lo scopo di promuovere il culto del Corpus Domini, la pratica eucaristica ed altre attività devozionali e assistenziali».

E qui lo studioso entra nel campo delle ipotesi, immaginando che in questo contesto sia nata anche la commissione da parte dei Martinengo del Mausoleo di famiglia nella chiesa di San Cristo.

Il Mausoleo Martinengo
Il Mausoleo Martinengo

Il monumento conobbe numerose traversie durante e dopo la realizzazione, compresa la perdita del coronamento superiore, fino allo spostamento in Santa Giulia (nel 1882 nella chiesa, poi al museo). La struttura, le misure, le finiture del pezzo esposto ora a Torino avvalorano l'ipotesi che possa essere il perduto fastigio del monumento, nel tempo rimosso e poi disperso.

Fino alla sua ricomparsa e all'arrivo sul mercato. Inutile dire che la sua destinazione naturale sarebbe proprio la nostra città…

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