Cultura

Il «Manualetto per la campagna elettorale» che portò Cicerone al potere

Il prezioso «Commentariolum» redatto dal fratello con alcuni consigli in vista delle elezioni del 63 a.C.
Un busto di Marco Tullio Cicerone - © www.giornaledibrescia.it
Un busto di Marco Tullio Cicerone - © www.giornaledibrescia.it
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Si avvicinavano a Roma le elezioni dell’anno 63 a.C. per la carica di console: le avrebbe poi vinte Marco Tullio Cicerone insieme a Gaio Antonio Ibrida, un aristocratico che non la pensava politicamente come lui, ma col quale dovette stabilire una sorta di coabitazione nell’anno di carica.

Il grande sconfitto fu Lucio Sergio Catilina, un nobile ambizioso e corrotto, almeno nel ritratto di lui che Sallustio e Cicerone stesso ci hanno lasciato. Fu suo il tentativo di rivincita armata subito dopo le elezioni, noto come la congiura di Catilina.

Altre informazioni sulla campagna elettorale

A questi fatti storici conosciuti si aggiunge una meno nota informazione sulla campagna elettorale che portò Cicerone al potere: probabilmente fu allora che suo fratello Quinto Cicerone gli indirizzò un libretto di consigli politici sulle strategie da tenere in vista della votazione. É un’operetta che abbiamo tuttora, intitolata «Commentariolum petitionis», cioè «Manualetto per la campagna elettorale».

La sua autenticità e cronologia è controversa, tanto che alcuni studiosi la immaginano scritta molto tempo dopo come esercitazione di scuola, utilizzando il nome del più famoso uomo politico romano; tuttavia non mancano i sostenitori della paternità del fratello Quinto e vedono questo «Commentariolum» ben inserito nel contesto di quel momento politico.

I consigli del «manualetto»

È interessante vedere quali consigli vengono elargiti. Alcuni sono ovvi e spregiudicati, altri non sono privi di una valenza etica. Accanto all’eterna raccomandazione di lusingare gli elettori, troviamo l’invito a promettere e far balenare la possibilità di vantaggi personali o corporativi.

La competizione poi, è scritto nel manualetto, deve essere occasione per allargare la cerchia delle amicizie: tuttavia la scelta degli amici sarà la spia della moralità del candidato, anche osservando i legami che si stringono dall’altra parte, cioè tra i fautori dell’avversario.

A quali ceti sociali deve rivolgersi il candidato? La risposta è a favore del maggior allargamento possibile delle proposte, in modo che nessun settore del corpo elettorale resti escluso: Quinto Cicerone, se è davvero lui a scrivere, consiglia al fratello un’organizzazione razionale, per raggiungere anche le categorie lontane.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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