Cultura

Il «fotografo delle dive» che raccontò con la moda l’Italia anni Sessanta

Giovedì inaugura da Maison Co' la mostra del fotografo bresciano Gianni Turillazzi. Presenta anche l'ex modella Benedetta Barzini
Virna Lisi ritratta con il figlio Corrado Pesci da Gianni Turillazzi
Virna Lisi ritratta con il figlio Corrado Pesci da Gianni Turillazzi
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Nessuno è profeta in patria, dice una locuzione latina. Vale anche per il fotografo Gianni Turillazzi, nato a Brescia nel 1939 e trasferitosi ragazzo a Roma dove sarebbe riuscito a farsi presto un nome. È stato fotografo ufficiale della casa discografica Rca, ha lavorato con registi della Nouvelle vague del calibro di Marco Bellocchio e Liliana Cavani, e per le più grandi riviste di moda, da Vogue America e Italia a Elle France, immortalando le celebri modelle dell’epoca come Veruschka, Benedetta Barzini, Marisa Berenson, Twiggy.

Eppure Turillazzi è conosciuto più fuori Brescia che nella città che gli ha dato i natali, forse perché la lasciò giovanissimo. L’occasione per riscoprirlo o scoprirlo - anche se al fotografo sono state dedicate in passato altre esposizioni - è la mostra «Gianni Turillazzi. Fotografie di rara bellezza» che sarà inagurata domani, giovedì, alle 17 alla Maison Co’, il salone hair and beauty delle sorelle Marta e Mary Co’ in via Vantini 44 in città, dove sarà visitabile fino al 27 maggio. Il curatore è Renato Corsini, direttore artistico del Ma.co.f che interverrà all’inaugurazione assieme alla sindaca facente funzione Laura Castelletti e a Benedetta Barzini.

L’ex modella, i cui nonno e padre hanno fatto la storia del giornalismo, è stata uno dei volti più significativi della moda italiana e internazionale degli anni Sessanta e prima italiana a finire sulla copertina di Vogue America nel 1963. Ribelle, fieramente anticonformista, anche rispetto all’idea di femminilità, è oggi giornalista e docente di Antropologia della moda. Uno dei suoi ritratti sarà tra i quindici scatti esposti a Maison Co’ e messi a disposizione dall’archivio Turillazzi, conservato dalla moglie del fotografo, Rosanna Frassoni Turillazzi.

«La mostra si concentra su uno degli aspetti della produzione di Turillazzi, la fotografia di moda - spiega Corsini -. Turillazzi era anche fotoreporter, autore di indagini sociali, e pure nella moda riusciva a realizzare reportage. Le fotografie di moda diventano un racconto dei costumi della società. Quelle di Turillazzi, cinquant’anni dopo, sono uno spaccato del mondo di allora». All’inizio degli anni Sessanta realizzò un documentario per immagini di Trastevere che colpì Gina Lollobrigida. L’attrice iniziò un sodalizio artistico con lui, lo scelse come fotografo personale e aprì con Turillazzi uno studio fotografico. Per il giovane fotografo fu la consacrazione professionale. Per lui si aprirono le porte delle grandi riviste e case di moda, Valentino, Fendi, Sorelle Fontana, Capucci, Barocco, Laura Biagiotti, Mila Schon e Renato Balestra. Star come Claudia Cardinale, Virna Lisi, Rosanna Schiaffino chiesero i suoi scatti. Oltre ad alcuni scatti delle più grandi modelle dell’epoca, in mostra c’è anche una piccola sezione, più intima, con ritratti di famiglia di Lollobrigida, Cardinale e Lisi con i loro figli.

«Usciamo dai musei per sperimentare altri spazi espositivi - spiega Corsini -. Gli scatti saranno esposti nel salone vicino alle postazioni dei parrucchieri, è l’incontro tra due tipi di creatività». Confermano le sorelle Cò: «Non è solo un momento estetico ma anche e soprattutto l’incontro tra due culture che si mettono al servizio di un unico progetto per raccontare diverse professioni».

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