IL DISCO DELLA SETTIMANA X x x di Nome Cognome LA MOSTRA DELLA SETTIMANA Nel pane di Mottinelli l’incanto fiabesco del cibo dei semplici di Giovanna Galli

n
n Al museo Lechi di Montichiari è in corso la mostra di Giulio Mottinelli «Il pane dei semplici», titolo scelto dai curatori Paolo Capeletti e Paolo Boifava nell’imminenza di Expo 2015 che fa riferimento al tema del cibo, inteso come nutrimento sia fisico che spirituale.
La rassegna affianca una trentina di opere del pittore bresciano, selezionate all’interno di un arco temporale che si allunga a ritroso fino agli ultimi anni ottanta, con alcune prove in cui si nota la comparsa di elementi stilistici ed iconografici che nel corso degli anni hanno contribuito all’evoluzione di quel linguaggio pittorico-narrativo del tutto originale, intriso di lirismo, ma anche di finissima intonazione onirica e metafisica, che fa di Mottinelli autore riconoscibile e riconosciuto a livello internazionale. Nell’alternanza di soggetti e invenzioni stilistiche che nel corso degli anni egli ha affrontato con tecnica raffinatissima di perfetto intenditore del colore e della luce, ricorre inalterata la stessa delicata poesia delle cose, della natura e del tempo che scorre, scandito dal ritmo eterno ed intatto delle stagioni e dei loro riti; un racconto visivo in bilico costante tra precisa memoria e descrizione della realtà e la sua trasognata rilettura per mezzo di una visione immaginifica e simbolica, spinta fino al surreale.
In particolare, il pane dei semplici cui allude il titolo dell’esposizione è metafora di tutti quei frutti di cui la natura è prodiga dispensatrice e che l’uomo raccoglie in un rapporto di riconoscente e speranzosa dipendenza. In questo particolarissimo mondo pittorico, fatto di paesaggi immaginati, immersi nel mistero di una dimensione notturna e silenziosa, si trovano alberi generosi carichi di frutti, ortaggi trasfigurati da un gioco di proporzioni che li rende creature del mito e della fiaba; e poi mele, castagne, zucche, fagioli, pannocchie e uova: doni della natura ripensati simbolicamente come materia prima di riflessione intimistica e poetica.
Proprio come le lune che solcano i cieli illuminando di bagliori incantati i paesaggi montani e le volte celesti intarsiate da geometrie di costellazioni che ci parlano del mistero dell’universo, rinnovando gli eterni interrogativi della nostra umanissima condizione.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato