Il direttore di fotografia bresciano sui set dei video di Renga, Fedez, Mengoni e molti altri

Un po’ nascosto, quasi invisibile... Ma c’è anche lui, nel videoclip - uscito nei giorni scorsi - del brano «L’infinito più o meno». O meglio: se Francesco Renga e Nek ne sono i protagonisti davanti alle telecamere, Lorenzo Invernici lo è dall’angolatura opposta, quella che, appunto, «non si vede». Tra i vari cambi di scena operati tra i reparti e all’esterno della Rotolito Lombarda di Cernusco sul Naviglio, il bresciano classe ‘87 ha infatti coordinato con cura inquadrature, ombre e luci; istante per istante.
Questo, d’altronde, richiede essere direttore della fotografia. Un ruolo di grande responsabilità, che fa la differenza nella qualità del risultato finale. Papà fotografo. Ma come è nata la passione per tali accortezze? «Ho sempre avuto un particolare gusto per l’estetica» confessa: «Tanto da bambino, durante gli appostamenti di fotografia naturalistica di mio papà, quanto seguendo il corso “graphic design e multimedia” all’istituto Laba. Da qui, tramite esperienze sul campo e con il sostegno della mia famiglia, mi sono poi trovato spazio in un mondo pieno di energia ed emozioni, in cui sono riuscito ad incastrare e valorizzare anche l’amore per la musica e il mio lato da nerd».
Così, quello allestito nel Milanese non è l’unico set a cui ha preso parte. «Posso ritenermi fortunato» ammette: «Oltre a qualche spot pubblicitario, dal 2007 ad oggi, senza sosta nemmeno durante i lockdown, ho ammirato innumerevoli luoghi incantati e ho avuto l’onore di lavorare a videoclip per Coma_Cose, Mr.Rain, Levante, Emis Killa, Annalisa, Guè, Boomdabash, Francesco Gabbani, Fabio Rovazzi, Vinaj, Meca, Tiziano Ferro, Paulo, Marco Mengoni, Achille Lauro, Coez, Francesca Michielin, Rkomi e Samuele Bersani. Ho poi seguito Fedez con J-Ax, Laura Pausini, I Marnik ed Elisa con Durdust in tappe dei loro tour».
Insomma, un pot-pourri di artisti, i cui girati richiedono ogni volta specifiche diverse, da assecondare con celerità per far contenti sia loro sia le rispettive case di produzione.
Il tempo fa la differenza
«Sebbene capiti di trovarsi di fronte a degli autentici miti, non bisogna lasciarsi suggestionare» spiega il «trucco» Lorenzo: «Al contrario, mantenendosi professionali, insieme alla fantastica crew di operatori al mio seguito serve decidere e agire in fretta tra una location e l’altra: il tempo fa la differenza. In tal senso, muovendosi all’unisono con la squadra tecnica nel “background” e avendo chiare le idee del regista, la preparazione dell’attrezzatura è fondamentale».
Sogno Blink 182
Ciò avviene nello studio aperto nel 2018 in via Milano, il «Rawspectiv», che con il nome gioca sul formato grezzo dei file immagine («raw») e la prospettiva. «È uno spazio “work in progress”, ma lo inaugureremo ufficialmente a breve» annuncia il bresciano, che, dopo mille avventure, non nasconde un sogno nel cassetto: «Adoro i Blink 182 – svela -: se mi chiamassero, lavorerei gratis».
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
