Cultura

Il bresciano Galli: «San Siro perfetto per i Rolling Stones»

Parla il bresciano che co-organizza la data italiana, il 21 giugno, del tour «Sixty»
Adolfo Galli insieme a Mick Jagger e Keith Richards - Foto © www.giornaledibrescia.it
Adolfo Galli insieme a Mick Jagger e Keith Richards - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La notizia era stata in qualche modo anticipata dalla linguaccia che è il simbolo dei Rolling Stones, rimodellata dal designer Mark Norton e posizionata sui social della band a mo’ di bandierina, anche su Milano. Ieri, di primo mattino, l’ufficialità: il capoluogo lombardo è tra le 14 città scelte per il tour europeo 2022 della leggendaria band inglese, con il tempio calcistico di San Siro destinato a ospitare il live di martedì 21 giugno (le altre date, dal 1 giugno al 31 luglio, sono a Madrid, Monaco, Liverpool, Amsterdam, Berna, due volte Londra, Bruxelles, Vienna, Lione, Parigi, Gelsenkirchen, Stoccolma).

Per lo stadio intitolato a Giuseppe Meazza l’evento potrebbe essere uno degli ultimi sfavillanti bagliori prima dell’annunciato pensionamento, circostanza che rende l’occasione ancor più suggestiva. Il tour «Sixty» - che celebra il 60º di attività del gruppo - è la conferma, invece, che Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood non intendono rallentare, nonostante la dolorosa defezione del batterista Charlie Watts, scomparso ad agosto 2021. Per sostituirlo hanno ingaggiato Steve Jordan (già con The Blues Brothers e John Mayer Trio), lanciandosi in una nuova avventura, alla faccia dell’età e degli acciacchi, che sembrano peraltro risparmiare il 78enne Jagger, accumulatore seriale di rughe e pieghe sul volto ma, per il resto, con la forma di un cinquantenne.

L’organizzazione dell’unico appuntamento italiano (in collaborazione con Live Nation) è di D’Alessandro e Galli, consolidata coppia partenopeo-bresciana, che già aveva curato le incursioni delle «pietre rotolanti» al Circo Massimo di Roma nel 2014 e alle Mura Storiche di Lucca nel 2017. Per San Siro è invece la terza volta in compagnia dei Rolling Stones, dopo i precedenti del 2003 e del 2006. La vendita dei biglietti comincerà sulle consuete piattaforme dalle 10 di venerdì 18 marzo, fatta salva l’anteprima per gli iscritti alle newsletter di DeG e Live Nation.

Abbiamo chiesto ad Adolfo Galli ulteriori dettagli sull’operazione.

San Siro è una location prestigiosa, sebbene non nuova per gli Stones... È la scelta perfetta. I Rolling Stones mancano da tempo da Milano, che è sempre stata una delle piazze italiane predilette, nel corso della loro carriera.

Quanto pubblico immaginate?

Sarà un concerto per 55mila persone, e oggettivamente non credo che ci saranno problemi a riempire San Siro. Mi preoccupa però il momento, perché dopo la pandemia è scoppiata una guerra in Europa: non è una situazione che può lasciarci tranquilli, nonostante che la musica possa essere un diversivo, con le sue capacità aggreganti e taumaturgiche.

Per te e Mimmo D’Alessandro è la terza volta in cabina di regia di una data italiana degli Stones. Come sono state le precedenti?

In entrambi i casi, un’emozione forte: Roma per il fascino del debutto, le dimensioni, la qualità dello show; Lucca, per il valore aggiunto di giocare in casa, laddove da trent’anni portiamo avanti un festival che ci ha dato grandi soddisfazioni. Ad ogni modo, un live di Jagger & Co. è sempre qualcosa di speciale, al punto che quando mi è stato possibile (a Buenos Aires, a L’Avana, a Coachella, tra l’altro, ndr) non ho perso l’occasione nemmeno da spettatore.

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