Cultura

Il 28 aprile 1967 nasce Dario Hübner

Il calciatore triestino ha militato nel Brescia calcio dal 1997
Dario Hubner ritratto «In punta di matita» da Luca Ghidinelli
Dario Hubner ritratto «In punta di matita» da Luca Ghidinelli
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 28 aprile 1967 a Muggia, in provincia di Trieste, nasce Dario Hübner, allenatore di calcio, ma soprattutto ex attaccante che ha realizzato qualcosa come 300 goals nella sua carriera professionistica ed è stato l'unico, insieme a Igor Protti, a vincere la classifica dei capocannonieri di Serie A, Serie B e Serie C, con la maglia del Piacenza nella massima serie, quella del Cesena nella serie cadetta e quella del Fano nella Serie C. Soprattutto, per noi bresciani, il suo nome è legato in modo indissolubile alle rondinelle; infatti, in terra bresciana Dario è rimasto per 5 anni, dal 1997 al 2001, dove in 129 presenze ha realizzato 75 goals: praticamente, un quarto dei goal realizzati durante la sua carriera, sono stati messi a segno con la maglia azzurra con la «V» sul petto.

Hübner vestì la casacca del Brescia nel 1997, arrivando all'ombra del Cidneo dal Cesena. Era il suo primo approccio con la massima serie. Aveva trent'anni e non pochi tifosi storsero il naso all'arrivo di questo giocatore dall'aspetto un pò grezzo e dalla corsa scoordinata, a cui avevano affibbiato il soprannome «Bisonte». Dario ci mise una partita per mettere a tacere gli scettici. La partita fu quella dell'esordio: Inter-Brescia. Finì 2 a 1, con la rete dell'iniziale vantaggio realizzata dalla punta triestina. 

La stagione 2000/01 è quella di Carletto Mazzone e Roberto Baggio. Il Sor Carletto apprezza l'impegno di Dario, che in coppia con il "divin codino" è la rappresentazione vivente di cosa sia il calcio: Hubner è la potenza, Robi l'intelligenza tattica e tra i due vi è un'ottima intesa, ma vi è un problema di non poco conto: Dario ha 34 anni e nonostante sia ancora in ottima forma, gli anni iniziano a farsi sentire e così in più di un'occasione Mazzone gli preferisce Igli Tare, giunto a Brescia nel mercato di gennaio. Alla fine della stagione Dario porta in dote 17 goal che contribuiranno in modo prezioso alla qualificazione delle rondinelle alla Coppa Intertoto.

Dario alla fine di quella stagione saluta le colline bresciane e si accasa al Piacenza, neo promosso in serie A. In terra emiliana contribuisce in maniera determinante alla salvezza del club e soprattutto in quella stagione, 2001/02,  trentacinquenne, con 24 goals realizzati diventa il capocannoniere della massima serie, affiancato dallo juventino David Trezeguet. A Piacenza rimane ancora una stagione e nel 2003, con i biancorossi retrocessi in serie B nonostante i suoi 14 goals, Dario veste la maglia dell'Ancona, neo promosso nella massima serie. Rimane coinvolto nella stagione disastrosa della squadra dorica ed in sei mesi di permanenza nel club non realizza un goal. Nel 2004 saluta la Serie A nelle file del Perugia, all'età di 37 anni. Auguri Dario! 

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