Cultura

Il 27 agosto 1807 nasceva a Brescia lo storico Federico Odorici

Federico nacque nel cuore della città, in corso Palestro 14, da Odorico e Teresa Fornasini
Odorici ritratto dalla matita di Ghidinelli
Odorici ritratto dalla matita di Ghidinelli
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 27 agosto 1807 a Brescia nasceva Federico Odorici bibliotecario e storico, autore della monumentale opera «Storie Bresciane. Dai primi tempi sino all'età nostra», composta da 11 tomi. La ricognizione storica legata alla nostra città impegnò dodici anni della vita del ricercatore: infatti fu iniziata nel 1853 e conclusa nel 1865. Fu subito un grande successo anche perché fu diffusa e finanziata da un gruppo di sottoscrittori che si erano costituiti in Società editrice a favore dell'Istituto Pavoni.

Federico nacque nel cuore della città, in corso Palestro 14, da Odorico e Teresa Fornasini. Frequentò con il fratello Giuseppe il collegio cittadino Peroni per poi trasferirsi con la famiglia a Milano, dove il padre era stato nominato deputato di Brescia alla Congregazione Centrale Lombarda. Nella città meneghina studiò e si diplomò all'Accademia delle Belle Arti, con specializzazione in pittura. Sempre a Milano nel 1831 si sposò con la Contessa Clementina Tarsis di Novara da cui ebbe nove figli, dei quali solo due gli sopravvissero. Sempre quell'anno morì il padre e con la famiglia si trasferì nella villa paterna a Trobiolo di Volciano, dove iniziò a dedicarsi agli studi storici ed archeologici della nostra provincia, in particolare riguardanti i territori della città e della Valsabbia.
Questi studi, oltre a «Storie Bresciane» portarono nel 1845 alla pubblicazione dei reperti archeologici «Antichità Cristiane in Brescia» da lui stesso illustrati e disegnati per il Museo Cittadino.

Altro lavoro mastodontico fu, per la Biblioteca Queriniana, riordinare le pergamene storiche conservate dall’istituto.
Ci lavorò per sei anni e ne uscì una collezione di otto volumi intitolata «Codice diplomatico bresciano dall'VIII secolo al cadere del XIII, arricchito di autografi, compilato per divisamento de' Presidi della Biblioteca da Federico Odorici».

Erano anni di fervori e fermenti patriottici e pure Odorici, oltre agli studi e alle catalogazioni, viveva con passione le vicende politiche e civili di quel tempo. Qualcuno ne decantò il patriottismo, mentre il conte Luigi Lechi lo avversò pubblicamente per i suoi «tentennamenti politici». L'affermazione si scontrò però con il fatto che Federico fu sorvegliato dall'Austria, che tentò invano di attirarlo a sé, offrendogli la presidenza dell'Ateneo cittadino. Proposta che lo storico fermamente rifiutò.
Nel 1854 morì, dopo lunga malattia, la moglie Clementina. Furono anni di solitudine, ma nel 1860 convolò a seconde nozze con Annetta Saini di Asola.

Quell'anno accaddero due fatti importanti nella vita di Odorici: fu deputato nel Regno di Sardegna ed iniziò la collaborazione con il settimanale «L'Indicatore bresciano» per il quale pubblicò a puntate un altro dei suoi poderosi studi: «Arnaldo da Brescia: ricerche istoriche». La collaborazione durò 21 anni.

Nell'arco della sua vita fu autore di numerosi altri studi e ricerche storiche, in particolare sulla città, e tra queste spiccano i documenti per la raccolta Historiae Patriae Monumenta. Portò i suoi studi e la sua esperienza anche fuori dai confini bresciani e fu bibliotecario della Biblioteca Palatina di Parma, membro della Regia Deputazione sopra gli studi di Storia Patria, socio corrispondente per l'Ateneo di Torino e membro di quello di Firenze, oltre che di quello cittadino. Morì a Roè Volciano il 12 settembre 1884, all'età di settantasette anni.

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