Il 26 dicembre 1903 moriva Giuseppe Zanardelli

Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 26 dicembre 1903 a Toscolano Maderno moriva Giuseppe Zanardelli, patriota e politico bresciano.
Zanardelli ha avuto una gioventù avventurosa. Nel 1848 partecipa alle X Giornate di Brescia, per poi, sempre quell'anno, arruolarsi volontario presso la Regia Armata Sarda nei Corpi Volontari Lombardi Cacciatori delle Alpi, con i quali, quattro giorni dopo la liberazione di Brescia, attaccherà un convoglio austriaco di rifornimenti scortato da 180 soldati e parteciperà altre battaglie, fino all'armistizio di Salasco, dove il giovane Zanardelli si fermò a Voghera, ma fu rintracciato dal padre che lo riportò in città. In Giuseppe, la frequentazione dei volontari fece maturare l'idea Repubblicana ed Antisabauda. Idea che aveva già avvicinato con le frequentazioni universitarie di personaggi della Giovine Italia, tra i quali il bresciano Benedetto Cairoli.
Fu esule in Toscana nel 1849 ed in Svizzera nel 1859, dove si arruolò di nuovo nel Regno di Sardegna e dove, dopo la liberazione di Como, si incontrò con Giuseppe Garibaldi per poi tornare a Brescia in occasione della Seconda Guerra di indipendenza.
Con l'avvento del Regno d'Italia Zanardelli diventa massone affiliandosi alla Loggia del Grande Oriente d'Italia ed inizia la sua avventura parlamentare nella quale dal 1860 al 1903, anno della sua morte, verrà ininterrottamente eletto alla Camera dei Deputati e dove ricoprirà alte cariche istituzionali, tra le quali per tre volte sarà Presidente della Camera dei Deputati e sarà Presidente del Consiglio dal 15 febbraio 1901 al 3 novembre 1903. Per tre volte, nel 1881, nel 1887 e nel 1897 sarà ministro di Grazia e Giustizia e nel 1876 sarà ministro dei lavori pubblici.
L'impronta di Zanardelli sulla scena politica nazionale si notò quando, come Ministro di Grazia e Giustizia, fu autore del nuovo codice penale, rimasto in vigore fino al 1930 e rivoluzionario per l'epoca, in quanto aboliva la pena di morte.
Fu contro la politica coloniale italiana in Africa e contro la politica repressiva nei confronti della popolazione e coerente con questa idea si dimise da Ministro dopo la repressione dei moti di Milano del 1898.
La sua unica presidenza del Consiglio, dal 1901 al 1903 segnò l'inizio e la preparazione a quella che verrà chiamata l'età giolittiana.
Nel 1903 si congedò definitivamente dalla politica a causa di una malattia che lo costrinse a rinunciare al mandato di Presidenza. Morì un mese più tardi a Toscolano Maderno, all'età di 77 anni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato