Cultura

Il 25 agosto 1939 nasceva a Brescia il fotografo Gianni Turillazzi

Immortalò Dalla, Tenco, Patti Pravo, e lavorò con Valentino, Fendi, Barocco e numerose riviste di moda
Il fotografo Gianni Turillazzi ritratto dal vignettista Ghidinelli
Il fotografo Gianni Turillazzi ritratto dal vignettista Ghidinelli
AA

Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 25 agosto 1939 nasceva a Brescia il fotografo Gianni Turillazzi.

Il suo nome forse è sconosciuto ai più, ma è stato il fondatore, insieme ad altri fotografi, dell’Ordine Fotografi Professionisti Bresciani. Soprattutto, è stato uno dei fotografi ufficiali della RCA, casa discografica per cui era incaricato di realizzare le foto di copertina dei dischi. Tanti grandi nomi degli anni '60 passarono attraverso il suo obiettivo: da Lucio Dalla a Patti Pravo, da Sergio Endrigo a Bobby Solo, Dalida e Luigi Tenco, solo per citarne alcuni.

Turillazzi si occupò anche di cinema, lavorando come fotografo di scena per alcuni registi della nouvelle vague Italiana dell'epoca. Lavorò con Marco Bellocchio (I pugni in tasca», 1965), Liliana Cavani («Francesco d'Assisi», 1966, dove recita pure da attore interpretando il personaggio di Frate Rufino) e Tinto Brass («Nerosubianco», 1969).

In quegli anni questi lavori permisero al fotografo bresciano di farsi un nome e cominciare a frequentare intellettuali e artisti, soprattutto a Roma, dove si recava spesso per motivi di lavoro. Tra questi spiccano senz'altro Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, che lo aiuteranno nella sua maturazione artistica.
Intorno alla fine degli anni '60 arrivò la consacrazione professionale per il giovane fotografo. Un'attrice famosa in tutto il mondo iniziò un sodalizio artistico con lui: Gina Lollobrigida. La star lo scelse come fotografo personale e lo aiutò ad aprire il suo primo studio nella capitale. Accostato alla celebre attrice, per Gianni Turillazzi si aprirono le porte delle più grandi riviste di moda: da Vogue America a Vogue Italia, da Harper's Bazar a Elle France immortalò le più grandi modelle dell'epoca.

Da lì alle passerelle il passo fu breve ed iniziò a collaborare con case di moda del calibro di Valentino, Fendi, Barocco, Laura Biagiotti, Mila Schon e Renato Balestra.

Ormai il suo nome è entrato nel gotha della fotografia e star femminili come Claudia Cardinale, Virna Lisi, Rosanna Schiaffino chiesero i suoi scatti.
Negli anni '70 abbandonò Roma e si trasferì a Milano, dove continuò a collaborare con riviste femminili e sfilate, fiutando che oramai il mondo della moda aveva cambiato città. Visse nel capoluogo lombardo per oltre 20 anni e dalla fine degli anni '90, con la collaborazione di Natalia Formes, sua nuora, lavorò su temi legati alla salute ed alla bellezza.

Gianni Turillazzi morì il 18 gennaio 2012 e il suo archivio che rappresenta mezzo secolo di storia della fotografia di moda è conservato dalla moglie, Rosanna Frassoni Turillazzi.

Brescia nel tempo dedicò alcune mostre personali e collettive postume al suo illustre concittadino.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia