Cultura

Il 19 dicembre 1919 nasceva il partigiano Giacomo Perlasca

Guidò una brigata delle Fiamme Verdi in Valsabbia. Venne catturato e ucciso dai tedeschi nel '44, quando aveva 24 anni
Giacomo Perlasca visto da Luca Ghidinelli - Foto © www.giornaledibrescia.it
Giacomo Perlasca visto da Luca Ghidinelli - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 19 dicembre 1919 nasce a Brescia Giacomo Perlasca, ufficiale e partigiano, insignito della medaglia d'argento al valore militare. 

Quella di Perlasca è una storia che accomuna tanti giovani che hanno vissuto durante il secondo conflitto mondiale. Nel triennio 1941-43 Perlasca presta servizio militare nel corpo degli Alpini come Artigliere Alpino, dove si arruola come volontario dopo avere abbandonato la facoltà di Ingegneria al Politecnico di Milano. L'8 settembre 1943 si trova a Roma, dove viene fatto prigioniero dei tedeschi, ma riesce a fuggire in modo rocambolesco e il 14 settembre raggiunge Brescia.

Il 22 settembre decide di entrare nella resistenza e lo fa rivolgendosi innanzi tutto ai Padri della Pace, che lo mettono in contatto con i partigiani delle Fiamme Verdi, la parte della Resistenza bresciana di ispirazione cattolica. Comincia la sua esperienza sulle montagne come comandante delle Fiamme Verdi in Valle Sabbia e Valtenesi, sotto il nome di battaglia di Capitano Zenith. La Brigata Perlasca, come viene ribattezzato il gruppo sotto la sua guida, conta un organico di circa 280 uomini. Dalla Valle Sabbia Giacomo Perlasca stabilisce un collegamento con la Svizzera per permettere ai prigionieri alleati di fuggire dal nostro Paese, e al contempo organizza operazioni contro i tedeschi in zona.

L'esperienza partigiana dura però pochi mesi, perché la notte del 18 gennaio 1944, su segnalazione di delatori, viene catturato dai tedeschi in via Moretto insieme al suo vice Mario Bettinzoli. Il 14 febbraio vengono condannati a morte: l’esecuzione avviene al maneggio della ex Caserma del 77° Reggimento Fanteria, l'attuale Caserma Randaccio, per fucilazione.

Giacomo Perlasca muore così all'età di 24 anni.

 

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