«I tratti di Amy Winehouse, con rispetto e delicatezza»

La vita privata e quella sotto i riflettori, il personaggio sopra le righe e le umane fragilità, il talento indiscutibile e soprattutto la grande, divorante passione per quella musica che sarà colonna sonora di un’esistenza conclusasi troppo in fretta. Questo e molto altro è contenuto in «Amy - Vita di Amy Winehouse», biografia della celeberrima cantante britannica prematuramente scomparsa nel 2011 a soli 27 anni, corredata dalle illustrazioni della fumettista ed illustratrice bresciana Liuba Gabriele (Hop! Edizioni, 88 pagine, 18 euro).
Liuba, ha dato forma illustrata ad uno dei fenomeni musicali del nostro secolo: ci parli di «Amy»...
Il libro contiene 40 illustrazioni di formato 20 x 24 cm, che ho scelto di realizzare a grafite e matite colorate su fondo colorato in digitale. Dall’infanzia dell’artista sino alla tragica scomparsa, ho concepito i disegni per accompagnare il racconto mutando progressivamente le tinte: dalle sfumature rosa dell’infanzia a quelle blu dei primi successi musicali e dei primi patimenti per il marito Blake Fielder-Civil - grande amore e ossessione di Amy - sino ai toni caldi dell’improvvisa fama mondiale e alle pagine nere degli eccessi e della tragica scomparsa.
Grafite e matite, strumenti che amo particolarmente, sono stati funzionali a tutto ciò: «scaldano» le pagine e sono delicatissimi o graffianti a seconda della forza che vi si imprime. «Amy» è inoltre l’ultimo volume di #perasperaadastra, la collana di Hop! dedicata alle figure femminili autrici di importanti innovazioni nel loro campo d’azione, segnate da momenti di vita particolarmente dolorosi che tuttavia sono diventati spinta propulsiva all’interno del loro percorso.
Dunque non si è trattato di raffigurare solo l’icona musicale mondiale, ma anche di sondare il personaggio da un punto di vista più introspettivo...
Esatto. Nelle fasi di realizzazione dei disegni, per tentare di avvicinarmi al suo modo di sentire, mi sono focalizzata soprattutto sulle sue esibizioni. A ciò si aggiunga che dall’uscita dell’album «Back to Black» ho da subito seguito la carriera e la vita dell’artista: ero affascinata dalla sua voce, leggevo i testi delle sue canzoni, le interviste; guardavo video e documentari dedicati e ho assistito con rammarico al suo rapido declino. Osservavo le esibizioni di questa donna minuta dagli occhi di Cleopatra che col suo enorme talento stregava il mondo e metteva a nudo, senza filtri né protezioni, le proprie fragilità.
Facevo il tifo per lei affinché riuscisse a liberarsi dalle proprie dipendenze, da un amore tossico, a proteggersi e ad essere protetta da un’attenzione mediatica soffocante e priva di scrupoli. Conosciamo il finale. Così, quando Lorenza Tonani, direttrice editoriale di Hop! e autrice dei testi di «Amy», mi parlò della possibilità di dedicarle una biografia illustrata, mi emozionai molto.
Quale aspetto teneva a far emergere dalle immagini?
Il fatto per cui dietro ad una voce e ad un fenomeno musicale così potente ci fosse in realtà una ragazza irrequieta, fragile e insicura. Amy Winehouse mi aveva colpito molto artisticamente e ancora di più umanamente, così ho provato il desiderio di «trattarla» con quel rispetto e quella delicatezza che non le sono stati riservati quand’era in vita.
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