Han Kang, in scena a Sant’Afra l’opera dell’autrice premio Nobel

Prosegue la programmazione di Wonderland Festival, che oggi alle 21 si sposta al Teatro Sant’Afra di vicolo dell’Ortaglia, a Brescia, con «Elogio della vita a rovescio» di Daria Deflorian, con Giulia Scotti, una prima produzione intorno all’opera dell’autrice sudcoreana premio Nobel per la letteratura Han Kang. Biglietti (12-6 euro) sul sito wonderlandfestival.it.
La rassegna prosegue domani, sabato, al Mo.Ca di via Moretto 78, alle 14.30 con un incontro sui «Non pubblici» in collaborazione con Unione ciechi e ipovedenti; alle 19 (replica alle 22.30) con il concerto estemporaneo di Daniele Richiedei «Il violinista pasticcione», e alle 21 con «Mother Tongue (Lingua madre)» del coreografo Eduardo Vallejo Pinto e la sua Ogmia Company Madrid.
Daria Deflorian, lo spettacolo si snoda in tre capitoli, ognuno dei quali si addentra in un testo di Kang.
Sono alcuni anni che avevo questo desiderio di portare in scena una visione – certamente non si può restituire la complessità di un romanzo nella sua interezza – de «La Vegetariana», che avevo letto già nel 2018. Per una serie di ragioni ho rimandato di un anno la produzione del progetto sul romanzo. In questo anno di attesa mi è sembrata una bella occasione poter studiare nel suo complesso l’opera di questa autrice che mi interessava molto, ma che viene da una cultura che conosciamo poco. Mi è sembrato interessante studiare lavorando, perché sapere che poi si presenterà la propria ricerca a un pubblico dà tensione allo studio. Ho quindi coinvolto Giulia Scotti, che ho conosciuto durante un workshop per la Biennale di Venezia e che mi aveva colpito per la sua capacità di scrittura e di improvvisazione. Giulia è anche un’autrice di suoi lavori. Le ho chiesto di collaborare insieme e di condividere questo percorso di conoscenza.

Un titolo molto evocativo, da dove nasce?
Anche se è un titolo rubato a un’opera di Karl Kraus – autore che non ha nulla a che fare con il progetto – racconta molto bene la sensazione che provo di fronte ai personaggi di questa scrittrice sudcoreana, in particolare della protagonista de «La vegetariana» che, seppur senza troppa consapevolezza, in qualche modo inizia a rovesciare la sua vita. E nonostante l’apparente drammaticità di quello che avviene, noi non possiamo che stare dalla sua parte. In questo senso è un elogio. Un elogio di chi ha il coraggio di rovesciare un giorno la sua vita e di guardarla in un altro modo.
Lo spettacolo si concentra sul rapporto tra sorelle...
Anche questa è stata un’esigenza molto pratica: ne «La vegetariana» che ha debuttato quest’anno e che è ancora in tournée – le parlo dalla Francia, siamo stati a Parigi, ora mi trovo a Tours e tra qualche giorno saremo alla Triennale di Milano – interpreto il ruolo della sorella della protagonista. Mentre preparavo «Elogio», avendo in carico anche la drammaturgia e la regia, mi è sembrato molto utile tra le tante suggestioni che potevano scaturire dalla lettura dei romanzi di Han Kang, andare a concentrarmi su questo rapporto che è sempre molto presente nei suoi libri, sia nei racconti che nel poemetto meraviglioso «The white book», ne «La vegetariana» e a suo modo anche in «Atti umani».
Sullo sfondo spicca il tema della violenza del mondo.
Ogni volta che leggiamo un quotidiano e ci affacciamo alla realtà, ci rendiamo conto che il nostro livello di civiltà, il nostro benessere e tutti i traguardi che abbiamo raggiunto non hanno assolutamente diminuito la violenza, anzi, per certi versi sembra che il mondo si sia incrudelito. Forse il mondo è sempre stato crudele, ma finalmente apriamo questo vaso di Pandora delle relazioni familiari, amicali, delle relazioni tra esseri umani. Al di là delle guerre – che sono già di per sé terribili e inaccettabili – assistiamo a infinite piccole guerre quotidiane tra esseri umani che sono continuamente sotto i nostri occhi. Quello che conta è che in un qualche modo dobbiamo fare qualcosa.
Quali sono i progetti per il futuro?
L’orizzonte ora è riempito da questi due lavori legati ad Han Kang, ed è difficile avere altri desideri. Dopo che si è a lungo lavorato, il desiderio è quello del riposo e del nutrimento. Spero di avere delle occasioni per ricevere, per imparare qualcosa di nuovo, per spostarmi. Ecco, adesso ho bisogno di qualcosa che mi sposti.
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