Cultura

«Gli stili architettonici del '900 spiegati agli stupidi»

L’intervista aRaffaele Piero Galli, architetto e docente, autore del curioso libro didattico e pratico
Piero Galli - © www.giornaledibrescia.it
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Qual è il vero stile di piazza della Vittoria? E quello dell’Empire State Building? Domande alle quali ha cercato di dare una risposta Raffaele Piero Galli, architetto e docente, con il suo «Gli stili architettonici del ’900 spiegati agli stupidi» (ed. StreetLib, Architetto Italiano, Serviziculturali.it; 123 pagine, 14,99 euro).

Il testo è didattico e pratico, ideale per gli studenti e per tutti coloro che amano conoscere l’architettura. La presentazione del volume avrà luogo mercoledì 11 luglio, alle 18, allo storico Caffè Impero, nella stessa piazza Vittoria. Il pubblico è invitato a presentarsi in abito futurista, ma, sottolinea l’autore, «abito futurista o no, tutti saranno i ben accetti».

Galli: perché intitolare il suo libro «Gli stili architettonici del ’900 spiegati agli stupidi»?
Nel libro spiego che, in fin dei conti, siamo tutti «stupidi», o «stupiti», ma anche «instupiditi», davanti all’architettura e, in generale, alle meraviglie del mondo artistico, opere più o meno riuscite del genio umano. Sotto sotto, ho dato questo titolo provocatorio anche perché, talvolta, mi sono accorto, da docente, che molti libri di storia dell’arte, o dell’architettura, contengono scorrettezze attributive, di tipo stilistico, che gli ingenui studenti individuano con facilità, esprimendo legittime perplessità. Ciò con molta più facilità rispetto a tanti «esperti», «storici», «ricercatori», che proprio a causa della loro alta cultura sono più confusi e spaesati. Dico questo senza, per carità, voler sminuire il lavoro dei dotti, tra i quali, tra l’altro, potrei, con arroganza e autocritica, includermi.

La scelta di fare la presentazione al Caffè Impero, in piazza Vittoria: casuale o voluta?
Ecco, la scelta non è casuale. Abbiamo scelto il Caffè Impero per sfatare un mito: la piazza razionalista. È stato detto e scritto da tutti. Ancora è normale trovarlo sui testi scolastici di storia dell’arte. Ma piazza della Vittoria non è razionalista, e non lo è mai stata. Marcello Piacentini non era un architetto razionalista. Lo diceva egli stesso, lo urlava, lo dimostrava. Proprio per questo, al Caffè Impero, tra i diversi stili del ’900, vorrei soffermarmi su quello della piazza di Piacentini, un architetto ed un vero e proprio storico dell’arte.

Come mai è così facile confondere tra loro gli stili architettonici del ’900?
Perché il ’900 è stato un secolo straordinario, d’incredibili mutamenti, rivoluzionario, dove si è usciti da secoli di tradizione progettuale per approdare ad un nuovo gusto estetico. All’interno di questo cambiamento hanno convissuto stili differenti, sovrapposti, talvolta all’apparenza inestricabili, descritti dagli autori o dagli storici che li vivevano, o li subivano. A confondere il tutto ci sono stati anche episodi di «damnatio memoriae», che significa «negazionismi», «censure», «omissioni» dovute a fazioni contrapposte, anche politiche e ideologiche. E oggi dovremmo districare la matassa con un approccio il più possibile oggettivo.

 

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