Cultura

Gli impianti che durante il Boom furono... distributori di sogni

L’impetuosa costruzione di stazioni di servizio Agip, che nei primi anni ’60 ebbe la rete più moderna in Europa
  • Gli storici distributori Agip
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Quest’anno purtroppo mancherà l’attesissimo appuntamento di primavera della Mille Miglia, vero brand della nostra città, a causa dell'emergenza coronavirus. Dovremo, secondo il nuovo calendario, aspettare ottobre. È dal maggio 1927 che i più bei nomi dell’automobilismo italiano e internazionale lanciano questa «sfida alle stelle». Solo dal 1940 lo stato di guerra impone restrizioni draconiane e le Mille Miglia rischiano, addirittura, di perdere la natura stessa di gara nazionale e popolare alla base del precedente, straordinario successo. Ma, con la fine del conflitto, dal 1947 riprende la gara storica e Brescia si ritrova ad essere di nuovo «motore di modernità».

Nel biennio 1951-’52 è l’Agip ad assumere la responsabilità dell’organizzazione di alcune tappe. Quale sia stato il ruolo strategico svolto dalla compagnia petrolifera negli anni di rinascita del Paese lo si coglie perfettamente dalla documentazione conservata nell’imponente archivio storico dell’Eni, da pochi mesi completamente inventariato, digitalizzato e accessibile al pubblico. Siamo agli inizi del cosiddetto «miracolo economico». Il Pil dal 1951 al 1963 aumenta in media del 5,9% annuo (con un picco dell’8,3% nel 1961). Sono gli anni della Fiat 500 e del primo consumismo, dei tanti nuovi beni che riempiono le case (la produzione di frigoriferi sale da 370.000 unità del 1951 a 3.200.000 del 1967), delle speranze che modificano i bisogni e lo stile di vita degli italiani.

Cambia il modo di concepire il tempo libero. La gita fuori porta, la vacanza al mare, il semplice acquisto di un’automobile (rigorosamente a rate) si trasformano in un’opportunità di riscatto sociale. Non rappresentano un semplice svago. Sono l’espressione di un Paese che, uscito dalle macerie della ricostruzione post-bellica, rivendica il diritto di avere del tempo da vivere col sorriso, dopo gli stenti e la miseria del passato. Decisivo diventa l’intervento dello Stato nell’ammodernamento e nella realizzazione di infrastrutture per i trasporti. Decolla la costruzione di stazioni di servizio e di strutture ricettive per automobilisti lungo le strade da parte delle varie compagnie petrolifere: prima fra tutte, appunto, l’Agip. Dalla prima metà degli anni ’50 gli impianti delle aree di servizio del «cane a sei zampe» si fissano nell’immaginario collettivo.

Tre sono gli elementi strutturali totemici: il chiosco, la pensilina e il pennone pubblicitario. L’attività di costruzione è frenetica. Nel 1961 se ne innalzano ben quattrocento all’anno. Nel 1962 la rete Agip è la più moderna tra quelle europee per distribuzione di carburanti e fornisce un quarto delle benzine vendute sulla rete italiana. Non manca la concorrenza, specie quella - accanita - della Esso. La stazione Agip è architettonicamente standardizzata, tanto da essere identificabile a colpo d’occhio. È essenziale, funzionale. Punta ad una modernità specificatamente italiana, in cui tutti - a bordo di un’utilitaria Fiat, di una Vespa o di una Lambretta - si riconoscono. Sono questi gli anni della motorizzazione di massa.

La pensilina in calcestruzzo della stazione è a protezione soprattutto dell’impianto di distribuzione e dell’entrata nel locale. Diventa la cifra pubblicitaria distintiva dell’azienda petrolifera. L’Agip vuole dare di sé un’immagine ben riconoscibile e identificabile di razionalità e di efficienza. Rimangono ancora per poco le colonnine dei distributori con la bolla di vetro con scritto Agip, per lasciare successivamente spazio a distributori più moderni, mentre il nome del brand si sposta in verticale con un neon sul pennone o sulla pensilina. Di notte l’insegna illuminata in modo soffuso delle stazioni di servizio e dei motel richiama il sogno di modernità e di progresso narrato dalle pellicole cinematografiche in cartellone in quegli anni. Stesso discorso per i primi motel Agip. Essi affidano il messaggio pubblicitario del brand a imponenti insegne e neon. L’architettura dell’edificio alberghiero, di contro, è essenziale. Dal 1954 al 1962, di pari passo allo sviluppo della rete stradale extraurbana, e al conseguente aumento dei viaggi turistici in automobile, se ne conteranno ben trenta, continuamente ammodernati. Ed un esempio significativo è proprio quello di viale Bornata, nella nostra città.

 

 

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