Cultura

Giovanni Negri e le sue foto in edicola con il GdB

Con il nostro quotidiano il libro fotografico curato da Marcello Zane
  • Le immagini raccolte dalla Fondazione Negri
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Un anticipatore del modernismo; acuto nel saper cogliere, a cavallo tra Otto e Novecento, le suggestioni del «nuovo che avanza».

Giovanni Negri (1856-1919), fotografo - anzi, forse, «il» fotografo per eccellenza - bresciano è stato precursore in vari aspetti dell’arte fotografica. Il suo obiettivo spaziava dai ritratti alla paesaggistica, dalla rappresentazione di scorci cittadini alla fotografia industriale, nella quale incontrò uno straordinario successo. Fu anche un antesignano nella comunicazione e nel marketing, utilizzando strumenti inediti per autopromuoversi. È un profilo a tutto tondo, affascinante e curioso, quello che emerge dal volume di Marcello Zane «Giovanni Negri. Fotografo a Brescia puntuale e perfetto, di molto fine esecuzione»  (in edicola da oggi,  in abbinamento con il nostro giornale), presentato alla sala Libretti dal direttore del Gdb Nunzia Vallini con l’autore e con Mario Negri, pronipote di Giovanni e presidente della Fondazione Negri, nonché titolare dello studio che opera dal 1891, ora con la quarta e quinta generazione. Precursore. «Giovanni Negri era attento alla crescita della fotografia, sia per quanto riguarda la strumentazione tecnica - intratteneva un colloquio costante con le aziende milanesi e romane -, sia perché si svincola dalla tradizione dei primi fotografi, che erano legati alle acqueforti e alle rappresentazioni artistiche della città - osserva Zane -. Cambia la prospettiva da cui guarda una Brescia che si sta trasformando, dalle periferie alle grandi industrie».

Le aziende diventano peraltro le sue principali committenti (ma entra in contatto anche con personaggi del calibro di Giuseppe Zanardelli o dei reali di Savoia): per loro realizza cartoline, che documentano tanto il funzionamento seriale delle macchine quanto il lavoro «umanizzato».  I suoi interessi, ad un certo momento, abbracciano anche il turismo, soprattutto gardesano (fonderà un nuovo studio a Gargnano), di cui coglie il dinamismo impresso dai visitatori mitteleuropei. Non esiste, praticamente, un grande albergo sul Garda che non esibisca suoi scatti nella hall. Non è stato facile effettuare una scelta per le splendide immagini che corredano il volume. L’archivio,  attualmente, custodisce circa 400mila soggetti: un patrimonio frutto di un lavoro meticoloso e continuamente in progress. E fervono le novità, annuncia Mauro Negri: è già in cantiere il progetto di un’altra monografia dedicata a Umberto («Umbertissimo») Negri, figlio di Giovanni e venerdì 15 novembre, in via Calatafimi, verrà inaugurato il nuovo spazio espositivo della Fondazione.

Il libro è in edicola con il Giornale di Brescia a 14,80 euro oltre al prezzo del quotidiano

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