Giani Molinari: «America addio, ritorno in Italia»
La voce del gruppo bresciano-veronese Upon This Dawning racconta da ex i suoi 9 mesi sui palchi delle grandi città degli States.

AA
Addio sogni di rock’n’ roll a stelle e strisce, alle masse di ragazzini in t-shirt, quella con sopra stampato il nome della tua band, e alle platee ultra popolate che ti congelano le mani sul manico della chitarra. Addio America, strappata chilometro dopo chilometro, da nord a sud e da est a ovest, su un tourbus improvvisato. Un’avventura che per Gianluca Molinari, voce - o meglio... ex voce - dei bresciano-veronesi Upon This Dawning, a quasi un anno dalla partenza del gruppo alternative metal per una carriera negli States - già raccontata sulle pagine del nostro giornale -, finisce con un ritorno coraggioso. Volti e luoghi da mettere nel cassetto e tenere nel cuore.
Dopo nove mesi, infatti, Giani ha deciso di rimpatriare. Per non rovinare quella passione per la musica che nei ritmi dei tour e nel rispetto dei doveri discografici si stava sacrificando ai tempi della routine lavorativa. Un ritorno coraggioso, sì. Considerando che il Paese oltreoceano garantiva un accordo con un’etichetta importante, la Fearless Records, e un calendario di date d’oro: New York, Chicago, Boston, Los Angeles, Seattle. «Negli States se sono interessati a te fanno di tutto per promuoverti, la musica è un mercato, una macchina da soldi - spiega Gianluca -. Noi siamo piaciuti e ci hanno portato là con un pezzo di carta da firmare. Siamo partiti, abbiamo mollato lavoro, fidanzata, famiglia e amici. Tutto. Solo per la musica».
A ottobre il live d’esordio in Michigan, seguito da tanti altri. «I ritmi erano incredibili: otto ore di furgone al giorno, soundcheck, cena, concerto e poi via verso un’altra città, a 800, 900 chilometri da dove ti trovavi. Così per una settantina di date in pochi mesi». Il successo arriva con il tour a fianco dei Motionless. Poi a gennaio, in Nord America, un incidente, fortunatamente senza conseguenze gravi, rompe un equilibrio.
«Per un mese e mezzo abbiamo vissuto tra ghiaccio e neve - continua -. Una notte, in viaggio, un camion ha invaso la nostra corsia e ci ha travolto. Nessuno si è fatto nulla, ma da lì, per me, nulla è stato più come prima. Dopo lo schianto ho pensato a casa mia, al mio letto, a Brescia. Avevo paura a mettermi in strada, inoltre non avevamo più un manager con noi e tutto il carico amministrativo della band era in capo a me». Uno stress che di settimana in settimana si fa insostenibile, diventando la molla per prenotare il biglietto aereo di ritorno.
«Il ricordo più bello? Il concerto all’Irving Plaza di New York con la gente che canta le tue canzoni - assicura -. Quel che più mi rimarrà dei mesi trascorsi laggiù è l’affetto delle persone, l’accoglienza che ci hanno riservato, l’aiuto che non ci è mai mancato». Archiviata l’esperienza Upon This Dawning, recuperato il lavoro e ritrovato l’amore, Giani si sta già riorganizzando per tornare in attività, musicalmente parlando. La sera, in sala prove, con gli amici si mette al basso, in una nuova formazione a fianco di Lori e Fede, i fratelli Rivelardes, e Cristian Galli. «Chiaramente per fare punk rock - specifica - solo con la voglia di stare bene». Perché senza divertimento la musica ha poco senso. Anche dall’altra parte dell’Oceano.
Alessandro Carboni
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato