Festival Tener-a-mente, stasera Vittoriale sold out per Morrissey

Cresce la febbre per l’arrivo di Morrissey: il concerto del musicista britannico, in programma stasera alle 21, è d’altra parte uno degli eventi più attesi dell’estate bresciana, con l’anfiteatro dannunziano sold out da mesi e il palco del Vittoriale rimodellato secondo le esigenti richieste della popstar (biglietti esauriti; info di servizio su anfiteatrodelvittoriale.it). Tempo fa, Nick Cave scrisse sulla sua newsletter: «Morrissey è probabilmente il miglior paroliere della sua generazione e certamente il più strano, divertente, sofisticato, sottile».
Originario di un sobborgo di Manchester, classe 1959, Steven Patrick Morrissey in arte (semplicemente) Morrissey, è stato il frontman di un gruppo seminale come gli Smiths, scioltisi i quali – correva l’anno 1987, la loro epopea è durata di fatto solo cinque anni – ha intrapreso una carriera da solitario cantautore, salendo sulla cima del pop inglese per non scenderne più. Al punto che a metà anni ‘90 la rivista Selected scriveva, a beneficio dei nostalgici della band: «Se Morrissey continua a fare album come quelli che sta realizzando, non c’è più alcun bisogno che gli Smiths si rimettano insieme».
La vita tra carriera e curiosità
La sua curiosa e per certi aspetti poetica autobiografia si apre con una considerazione («La mia infanzia è strade su strade su strade su strade…») che ci pone subito a contatto con il personaggio: vegano convinto, nemico della monarchia, sovente sarcastico e a volte ingombrante, mai allineato al pensiero comune. Tanto da spiegare, con la consueta ironia: «Tecnicamente sono un umanosessuale, sono attratto dagli esseri umani. Certo, non da tutti». Di lui impressiona la capacità di scrivere canzoni che diventano subito classici, come «Interesting Drug», «Tomorrow», «Suedehead», «Everyday iI Like Sunday», «Irish Blood, English Heart»…
Dai tempi di «I Am Not a Dog on a Chain» (2020) non pubblica un album, sebbene circolino i titoli provvisori di un paio (forse) in cantiere. Ad ogni modo questo non impedisce all’artista di collezionare il tutto esaurito nei live, che presentano scenografie cangianti che cercano l’abito adatto per ogni brano, e scalette che viaggiano tra passato e presente nelle quali trovano sempre posto anche quattro o cinque hit degli Smiths.
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