Cultura

Fascino, militanza, voce: Fiorella, interprete oltre il tempo

La Mannoia al Vittoriale col nuovo disco e i pezzi della lunga carriera
VITTORIALE, ELEGANTISSIMA MANNOIA
AA

C’è un bel disco nuovo da far conoscere, ma anche una comprensibile e liberatoria voglia di autobiografia professionale. Due spinte solo apparentemente contrapposte, che hanno generato ieri sera, dentro il Vittoriale esaurito, un concerto con il respiro dei classici: abito che si addice a Fiorella Mannoia, della schiatta di interpreti che darebbero colore e sentimento pure a una guida del telefono.

Il fascino del teatro del Vittoriale, particolarmente intenso in questa stagione
Il fascino del teatro del Vittoriale, particolarmente intenso in questa stagione
Il look sarebbe il consueto «total black» che esalta la chioma rosso fuoco e la pelle diafana dell’artista romana, se non fosse per le bande scarlatte che percorrono in lunghezza i pantaloni, riflettendo le luci di scena: Fiorella si presenta così alla platea gardesana, ammaliandola con la sua voce di inconfondibile eleganza, con le sue canzoni fuori dal tempo.

L’omaggio a Battiato con «La cura» è scontato, ma non manca di accarezzare l’anima, grazie a uno dei brani più struggenti del maestro siciliano

Finale in crescendo, all’insegna di dolcezza e ritmo, con i bis che sono gemme della canzone nazionale: «Cara» di Dalla, «Quello che le donne non dicono» di Ruggeri, «Il cielo d’Irlanda» di Bubola.

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