Cultura

Elio, quando scherzare è una cosa seria

Le storie di Elio sono sempre tese, anche quando la demenzialità regna sovrana. Lo sanno bene i fan, più di un migliaio, che domenica sera hanno applaudito l’esibizione live alle cave di Botticino. Gli ingredienti del successo di Elio e le Storie Tese sono noti: l’ottima tecnica strumentale dei musicisti, l’ironia sia sottile sia spaccona dei testi e una miscela rock potente.
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Le storie di Elio sono sempre tese, anche quando la demenzialità regna sovrana. Lo sanno bene i fan, più di un migliaio, che domenica sera hanno applaudito l’esibizione live alle cave di Botticino. Gli ingredienti del successo di Elio e le Storie Tese sono noti: l’ottima tecnica strumentale dei musicisti, l’ironia sia sottile sia spaccona dei testi e una miscela rock potente.

Sul palco di Botticino i protagonisti entrano in scena con abiti orientali - Elio sembra un pascià ottomano - e attaccano con «Shine on you crazy diamond», strumentale, da veri Pink Floyd, con scherzetto finale che taglia la canzone per introdurre lo show vero e proprio. Sono tre i tormentoni di Elio: il marmo, la tristezza e le canzoni ballabili.
Elio chiede al pubblico di ballare quando esegue brani chiaramente non ballabili, e i giochi di parole continuano fino all’ultimo istante.

I testi graffiano: si parla di giovani «sfigati» maltrattati dalla ragazza amata, di ragazzi obesi sfiduciati, di uomini che si concedono i vizi della bella vita. Le risate e gli applausi del pubblico aumentano progressivamente. Il feeling è saldo. Tra le canzoni del concerto: «Pagano», «Lo stato A, lo stato B», «Servi della gleba», «Gargaroz», «Tristezza», «Storia di un bellimbusto», «Heavy Samba», «Fossi figo», «Parco Sempione»... Finale, dopo un breve black out delle luci, con «Tapparella».

Si fa sentire molto la voce femminile Paola Folli, mentre le scenette demenziali di Mangoni offrono un delizioso tocco trash. Poi, certo, gli assoli di chitarra di Cesareo, la classe di Christian Meyer alla batteria e la vena di Faso al basso fanno capire che sui testi si scherza, ma sull’esecuzioneè vietato sgarrare.
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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