Cultura

È targata Brescia «La Prima Estate» in Versilia

Il «figlio d’arte» Andrea Galli, promoter, chiama i big per il nuovo festival musicale, ma anche i bresciani Frah Quintale e Joan Thiele
Giovane promoter: il rezzatese Andrea Galli, figlio dell’Adolfo della DeG -  © www.giornaledibrescia.it
Giovane promoter: il rezzatese Andrea Galli, figlio dell’Adolfo della DeG - © www.giornaledibrescia.it
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C’è una firma bresciana su «La Prima Estate», il nuovo festival musicale fronte mare che promette di infiammare l’estate della Versilia. Una kermesse che annovera artisti della nostra provincia anche nella stellare line-up allestita dal rezzatese Andrea Galli insieme a un altro «figlio d’arte», il viareggino Enrico D’Alessandro, accoppiata che ringiovanisce di una generazione la DeG formata dai padri, Adolfo e Mimmo, «fideiussori» dell’iniziativa.

La pattuglia «made in Brescia» è completata dal lanciatissimo Frah Quintale e dalla desenzanese Joan Thiele, sotto l’egida di Tommaso Fobetti, deus ex machina dell’etichetta Undamento: saranno tra i protagonisti che nell’oasi verde del Parco BussolaDomani di Lido di Camaiore - dal 21 al 26 giugno - si esibiranno accanto a star internazionali quali Anderson.Paak, Bonobo, The National, i redivivi Duran Duran e italiani del calibro di La Rappresentante di Lista, Bluvertigo (alla prima data della loro reunion), Mace, Giorgio Poi.

Una proposta che spazia dall’alt rock all’electro-dance, dal pop all’hip hop, dall’urban al funky, ma non ne fa questione di generi musicali. Come ci ha detto Fobetti: «Ci piace la musica, meno le etichette di genere, che poco importano laddove c’è arte, gusto personale, energia, sperimentazione, una costante ricerca. Mi piace pensare che questo festival e i loro organizzatori siano stati capaci di dare forma e spazio a tutto ciò».

A Frah Quintale - che arriva a confrontarsi con pesi massimi della musica internazionale a suon di sold out da migliaia di spettatori - abbiamo invece chiesto se il prossimo traguardo è il mondo o se la lingua italiana può essere un limite insuperabile: «Traguardo mondo - ci ha risposto - mi piace (ride, ndr). Penso che se la musica che si propone è personale e contiene una propria ricerca artistica, la lingua non è assolutamente una barriera».

Con Galli siamo entrati più in dettaglio.

Andrea: cos’è La Prima Estate?

Abbiamo voluto dargli una precisa identità, prendendo a modello riferimenti alti come Glastonbury o Barcellona, nella convinzione che in Italia mancasse un’offerta simile: è una nuova concezione di festival, un happening globale che propone quattro artisti ogni sera, ma che prende pure atto che per il pubblico vivere il concerto non basta più, dando dunque spazio ad esperienze legate allo sport, al mare, al cibo.

Di solito le prime edizioni partono in sordina, voi fate subito il botto: il cartellone è sontuoso...

Andiamo controcorrente. L’idea era di tre-quattro giorni, ma appurata la disponibilità di alcuni artisti, non abbiamo esitato ad allargarci. L’offerta su scala mondiale quest’anno è altissima e noi siamo strafelici che protagonisti dei grandi festival europei come Kaytranada, Courtney Barnett, BadBadNotGood (ma pure promesse come Easy Life e L’impératrice) abbiano scelto La Prima Estate per la loro tappa italiana.

Da bresciano, pensi che un festival così sia replicabile nelle nostre località turistiche?

Ci sono certi posti (mi viene in mente Isola del Garda, ma di sicuro ce ne sono altri) con l’appeal giusto. Ma bisogna che ci credano per prime le istituzioni: a Camaiore hanno bonificato un’area appositamente per eventi del genere... Anche se bisogna ammettere che là c’è una tradizione che risale agli anni ’60, quando arrivavano Ray Charles, Ella Fitzgerald, Mina.

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