Due voci e una piazza sola: Renga regala a Nek l’abbraccio della sua città
Fuochi d’artificio ieri sera in una Piazza Loggia stracolma per il Brescia Summer Music: Francesco Renga è tornato a casa, portando Nek in regalo (anche se le discussioni su chi ha seguito chi, sul palco sono un po’ confuse). In questi anni di grandi accoppiate musicali, la scelta di proseguire il sodalizio tra star iniziato in compagnia di Max Pezzali si è dimostrata una carta vincente.
Settant’anni di carriera in due, quaranta Renga e trenta Filippo Neviani, e non sentirli. O piuttosto, mostrarne solo il meglio: due grandi voci, presenza scenica da vendere e un mucchio di canzoni che sono ormai classici della musica italiana. Il pubblico emozionatissimo viene investito da una «Meravigliosa» botta rock.
«In questo spettacolo le mani vanno sempre tenute in alto!» grida Renga, dando il via a una sfilza di pezzi killer: la carica di «Almeno stavolta», la power ballad «Guardami Amore», le pulsazioni travolgenti di «Fatti Avanti Amore». Poi i corpi ondeggiano per «Ci sarai». «Uè gnari» saluta Nek, cavalcando l’enorme entusiasmo della platea; gli fa eco Renga esclamando una tipica trivialità locale che fa scompisciare il pubblico, mesmerizzato dalla celebrità di casa.
C’è tanto affiatamento tra i due amici, fuoriclasse con la bravura di non pestarsi mai i piedi ma che invece intessono naturalmente belle armonie vocali nell’intreccio di timbri e stili. Non manca in scaletta qualche assaggio di «RengaNek», primo album del duo in uscita oggi, venerdì 8 settembre, con la dolce ballad «L’infinito più o meno», raggiunta più in là lungo la via dall’anteprima «Inspiegabile», pezzo rock accattivante che nei suoi botta e risposta mostra bene l’intesa ottima del duo e dal tormentone «Il solito lido» nei bis.
Si vola come l’oceano di palloncini distribuiti dai fan club del duo per «Ci sei tu», poi si parte «Sul treno» dal sapore country & western. Bello apprezzare il modo in cui i brani vengono scambiati e trasformati, come in «Lascia che io sia», eseguita dal solo Renga mentre Nek in solitaria canta «Vivendo adesso». Un brivido dietro l'altro per il sestetto di brani in acustico con Nek alla chitarra, tra cui «Senza vento» dei Timoria, «Raccontami», «Splendido». «Angelo» e «Se telefonando» vengono cantate dalla piazza come se fossero inni, poi tutti anarchicamente sotto il palco per il rush finale, che passa dall’immancabile «Laura non c’è», firmata Nek.
È sorridente Renga: «Grazie Brescia, non avevo dubbi». Noi nemmeno.
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