Cultura

Al Teatro Grande torna lo stile Gaga: il Ballet de Lyon danza Naharin

In corso Zanardelli arrivano i ballerini dell’Opéra di Lione per interpretare «Last work»: parla il direttore Cédric Andrieux
Loading video...
Ballet de l'Opera de Lyon al Grande
AA

Un coreografo contemporaneo tra i più noti e premiati della scena internazionale incontra un’acclamata compagnia di danza: i protagonisti del prossimo appuntamento al Teatro Grande di Brescia – in programma per domani sera, mercoledì 7 maggio, alle 20 – sono il Ballet de l’Opéra de Lyon e Ohad Naharin, il padre della danza Gaga. Che, in questo caso, affiderà ai ballerini la sua «Last work».

L’opera in scena

Questa performance coreografica compie dieci anni proprio nel 2025: Naharin la compose nel 2015 inserendo nella partitura tutti i suoi tratti distintivi. Che, per chi non masticasse il linguaggio coreutico contemporaneo, il Gaga è uno stile che vuole creare una nuova forma di comunicazione fisica che porta a testare i limiti dei danzatori, liberi di esprimere senza confini la propria espressività.

Il Ballet de Lyon in «Last work» di Ohad Naharin - Foto Ascaf
Il Ballet de Lyon in «Last work» di Ohad Naharin - Foto Ascaf

Non è dunque l’ultima creazione di Ohad Naharin, ma racchiude comunque qualcosa di definitivo. Nel titolo c’è l’eco di una dichiarazione forte, che si riflette nell’intensità del gesto, nella fisicità portata al limite, nella presenza costante di tensione. Il lavoro si preannuncia quindi come un concentrato del suo stile: radicale, lucido, fisico, onirico. Uno stile che il pubblico di Brescia ha già conosciuto dal vivo diverse volte. Come nel 2020, quando Naharin portò sempre al Teatro Grande «Venezuela», anche se in quel caso gli interpreti erano i ballerini della Batsheva Dance Company. E sempre la Batsheva nel 2013 si esibì in «Deca dance».

Il piacere di danzare

Il Ballet de l’Opéra de Lyon ha scelto di accogliere «Last work» nel proprio repertorio perché sintetizza l’identità di Naharin. Come ci spiega anche il direttore della compagnia Cédric Andrieux, danzare con il suo approccio rientra nel modus operandi di un’istituzione che conosce l’importanza di immergersi in nuovi stili.

«Imparare e padroneggiare nuove tecniche è una pratica abituale peri danzatori di danza classica. In un certo senso, ogni progetto richiede di assimilare o rielaborare una tecnica: bisogna conoscere la tecnica Cunningham per danzare le opere di Merce Cunningham, le tecniche somatiche per danzare i lavori di Trisha Brown, e così via. La tecnica Gaga è una chiave essenziale per comprendere e accedere al lavoro di Ohad Naharin. Si basa in gran parte sull’improvvisazione e sull’immaginazione, sull’ascolto delle proprie emozioni e sensazioni. Per me è importante continuare ad arricchire il repertorio del Ballet e stimolare la compagnia, ma anche ascoltare le danzatrici e i danzatori: ho sentito che avevano il desiderio e il bisogno di confrontarsi con una scrittura del movimento viscerale e gioiosa. E la coreografia di Ohad Naharin sembrava rispondere a questo desiderio. Credo che abbiano provato un grande piacere nel scoprire e interpretare questo pezzo. Certo, anche nelle coreografie di Cunningham possono sperimentare un superamento dei propri limiti, ma la dimensione del piacere non è sempre evidente. Qui so che provano gioia nel danzare insieme, nel formare un gruppo senza perdere la propria individualità».

Naharin e il Ballet de l’Opéra de Lyon

La commistione Naharin-Ballet de l’Opéra de Lyon è molto suggestivo. Lo storico direttore artistico della Batsheva Dance Company, Naharin conta nel suo portfolio anche una laurea honoris causae alla Juilliard School e il Premio Danza&Danza alla Carriera. La compagnia di Lione, invece, è tra le più note nel mondo della danza contemporanea, che mette sempre in dialogo con la tradizione coreutica più classica.

Prodotto originariamente dalla Batsheva Dance Company con Montpellier Danse&Hellerau European Center for the Arts di Dresda, il lavoro si svolge sulle musiche di Grischa Lichtenberger e Maxim Warrat, con costumi di Eri Nakamura scenografia di Zohar Shoef e luci di Avi Yona Bueno (Bambi).

I biglietti – da 22 a 34 euro a seconda del settore, con diverse possibilità di riduzione – sono acquistabili alla biglietteria del Teatro Grande fino all’inizio dello spettacolo oppure online su teatrogrande.it.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.