Cultura

Dalla Svizzera esperti per rendere interattivo il museo della scherma di Botticino

Intanto, con oltre 800 volumi, la raccolta sulla storia del duello è diventata tra le più grandi al mondo
Oggetti esposti nella bottega dello spadaio al museo
Oggetti esposti nella bottega dello spadaio al museo
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L’Epfl Pavilion di Losanna - il braccio museale della scuola politecnica federale della città svizzera - verrà al museo-laboratorio della scherma di Botticino, dove tecnici e studiosi elvetici porteranno digitalizzazione e interattività per togliere staticità alle armi bianche, favorendo così nei visitatori una migliore comprensione di come gli oggetti, da cui è passata la storia, venivano usati in battaglia o nei duelli.

Il museo-laboratorio è in via Garibaldi 3 a Botticino (apertura su appuntamento scrivendo a gairethinx@gmail.com), dove ormai da molti anni coesistono il Mam (Museo arti marziali), Gairethinx, centro studi per la scherma storica da cui trae origine quella contemporanea oggi sport olimpico, la sala d’armi per chi vuole provare sul campo la disciplina e Opera Nova, scuola e sede del progetto e delle persone che lo stanno alimentando, in cui sono raccolti tremila pezzi tra spade, lance, alabarde, libri, dipinti «che raccontano – ricorda Roberto Gotti promotore di questa iniziativa – una lunga storia di saperi, incontri e scontri tra culture, gesta eroiche e ricerca di verità profonde».

Spade e strumenti

E cosa più della stanza del Maestro d’armi, affiancata alla Bottega del fabbro, può raccontare, mostrare e far sognare il visitatore che nella prima si muove in una raccolta di oggetti originali, testi e dipinti; nella seconda tra strumenti che in lontanissime stagioni hanno portato a temprare, forgiare e decorare, personalizzandole, le spade. Come quelle realizzate tra il XVI e XVII secolo a Caino su cui è stato scritto il libro «Le terre della spaderia» in cui una dettagliata ricerca storica, metallografica, accompagnata da un’analisi della tecnica dell’uso delle armi e/o delle armature, ci riporta indietro nei secoli mostrandoci com’era Caino, da dove partirono spade come quella in mostra nel museo in cui è esposto anche uno spadino – capolavoro di metallurgia d’altri tempi, ma d’avanguardia - fatto a Brescia meno pesante di una spada olimpica.

I libri antichi

Ma se il corpo del museo sono le armi e le maschere da scherma, l’anima – come quella del suo fondatore – è la collezione di 800 libri antichi «con testi a stampa sull’arte del combattimento dal XV al XX secolo». In seguito all’acquisizione dell’ex collezione Spallino, questo corpus, ora collezione Gotti-Spallino, diventa infatti «tra le più grandi raccolte al mondo sulla storia della scherma e del duello» spiega l’animatore di questo progetto alle porte della città.

Il museo-laboratorio, per l’opportunità che offre all’approfondimento della storia, vanta alcuni primati: l’unicità della proposta, l’esistenza di una tra le maggiori collezioni mondiali di maschere da scherma al mondo (da quelle superleggere odierne a quelle con la rete di protezione smisuratamente pesante) da cui è stato tratto il libro «Masquerade», uno dei numerosi testi di cui Roberto Gotti è autore.

Ma i richiami del museo non sono solamente le spade: attribuito alla scuola di Annibale Carracci, un raro manoscritto della collezione testimonia agli inizi del 600 «una lotta corpo a corpo italiana - racconta ancora Gotti - con un sistema di tecniche che derivano dall’applicazione di alcuni principi chiamati Posture. Lotta che è addestramento marziale e scontro in duello».

Se a Botticino, dove l’ingresso è gratuito, si presenterà uno studioso, le porte saranno spalancate; se busserà un curioso gli verrà ugualmente aperto per saziare le curiosità; ben accolto anche chi vorrà solamente saperne di più sulla storia della scherma.

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