Cultura

D'Alessandro: «Vorrei trasformare il Museo degli strumenti in un salotto per ascoltare musica»

Il neodirettore parla dello spazio da collezione creato da Virginio Cattaneo in via Trieste. Venerdì il concerto alle 20.30
Antonio D'Alessandro, chitarrista bresciano e direttore del Museo degli strumenti musicali
Antonio D'Alessandro, chitarrista bresciano e direttore del Museo degli strumenti musicali
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In principio fu Virginio Cattaneo. Alla passione del noto musicista e collezionista bresciano, scomparso nel 2019, si deve il Museo degli strumenti musicali, che si trova a Brescia, in via Trieste 34, e che raccoglie molte rarità tra chitarre, mandolini, spinette, spartiti originali e molto altro ancora. Dopo gli anni dell’emergenza pandemica da Covid-19, per volontà della famiglia Cattaneo - la moglie Giancarla e i figli Laura e Paolo - dal 2022 il nuovo direttore del Museo è il chitarrista Antonio D’Alessandro, cui è stato affidato il rilancio delle attività di questo luogo, diventato punto di riferimento storico per la musica bresciana.

«Quello che ha fatto Virginio Cattaneo è davvero straordinario - ricorda D’Alessandro -. Da solo ha raccolto una collezione notevolissima, animando per anni gli spazi con concerti, visite per le scolaresche, incontri culturali». Fin qui il passato. «Il primo passo della mia gestione è stata la costituzione del Museo in associazione culturale, così da poter promuovere iniziative, coinvolgere persone e attrarre risorse. Si è scelto di selezionare gli strumenti, mantenendo in esposizione quelli di maggior valore, affiancandoli a una vera e propria biblioteca - ci sono anche pentagrammi originali di compositori bresciani, come Franco Margola - e a un’esposizione di vinili rari, con dischi ad esempio di Narciso Yepes e Andres Segovia».

C’è anche una parte della collezione che oggi non si può ammirare… «Nel 1994 Virginio Cattaneo cedette al Comune di Brescia alcuni strumenti tra i più preziosi - liuti, violini e contrabbassi - che oggi purtroppo non sono esposti. Vorremmo creare le condizioni perché il pubblico potesse tornare a scoprirli».

Quali attività si prevedono di realizzare al Museo? Prosegue D’Alessandro: «Vorremmo trasformare questi spazi in un salotto, in cui si possa ascoltare musica, classica ma non solo, circondati dagli strumenti della collezione. Spazieremo tra i generi e coinvolgeremo artisti diversi, con un solo obbligo: chi suonerà al Museo, dovrà suonare anche su uno dei nostri strumenti musicali».

Sarà lo stesso D’Alessandro a inaugurare l’anno con un concerto in programma venerdì alle 20.30 (prenotazione obbligatoria al 3470789481 per il limitato numero di posti; in caso di tutto esaurito, si replicherà con lo stesso programma domenica alle 18), durante il quale suonerà anche un brano su una curiosa chitarra-lira del tardo Ottocento restaurata nel Novecento. «Per me è una occasione speciale, perché verrà a trovarmi per quest’occasione un amico argentino, così ho intitolato la serata “Concierto para un amigo”» racconta D’Alessandro «Il programma del concerto avrà una chiara impronta sudamericana, con pagine di Sagreras, Villa-Lobos e un omaggio a Piazzolla, di cui eseguirò Verano Porteno e La muerte del Angel. Non mancheranno melodie di sicura presa sul pubblico come Adelita di Francisco Tarrega e Lullaby di Andrew York, e anche la garbata parodia del tango del compositore Roland Dyens».

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