Cultura

Da uomo di Garibaldi a docente del Tartaglia: chi fu Cesare Abba

Patriota e scrittore ligure, si trasferì a Brescia per insegnare all'istituto tecnico. Oggi l'anniversario della morte
Cesare Abba nell'interpretazione di Luca Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
Cesare Abba nell'interpretazione di Luca Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
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«Accadde oggi» cambia pelle e si fa per così dire più bresciano. Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori potranno con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Fu soprattutto un uomo di Garibaldi, e uno scrittore. Ma il legame con Brescia fu duraturo, anche se nella parte finale della sua vita.

Cesare Abba nacque il 6 ottobre del 1838 a Cairo Montenotte, in Liguria. Dopo l’Accademia del Collegio, dove imparò ad amare i classici, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti, che non finì per andare a combattere la guerra di indipendenza. Nel 1860 si unì ai volontari di Garibaldi per la Spedizione nel Regno delle Due Sicilie. Combattè nella battaglia di Calatafimi, di Palermo (dove si conquistò i gradi di Ufficiale) e di Volturno.

Tornò poi nel suo paese natio per fondare la Società Operaia di Mutuo Soccorso. Si trasferì poi a Pisa, dove visse il suo periodo letterario più fertile. Lasciò la città per unirsi di nuovo ai garibaldini a Bari mentre progettavano un attacco, poi abbandonato all’impero degli Asburgo attraverso la Dalmazia. Fu poi ancora cn Gardibaldi in Trentino, dove meritò la medaglia d’argento al valore militare.

Finita la guerra si ritirò a Cairo Montenotte dove venne eletto sindaco. Ed è solo nel 1884 che vinse la cattedra all’Istituto tecnico Nicolò Tartaglia di Brescia, dove insegnò per 26 anni. Nel 1889 fu eletto poi socio effettivo dell'Ateneo di Brescia. Rifiutò poi l’incarico di preside in un istituto di Milano e nel 5 giugno 1910 venne nominato senatore.

Morì a Brescia il 6 novembre 1910 all'età di 72 anni. 

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