Da 100 anni il rombo mondiale del Salone dell’auto di Ginevra

Elena Pala, da Ginevra
La rassegna internazionale si apre oggi nel segno dell’innovazione che porta il futuro nel presente
Il Salone dell'auto di Ginevra - © www.giornaledibrescia.it
Il Salone dell'auto di Ginevra - © www.giornaledibrescia.it
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È stata presentata ieri alla stampa l’edizione 2024 del Salone di Ginevra. Un Salone la cui internazionalità taglia quest’anno il traguardo del secolo e per festeggiarlo la sezione Classic Gallery accoglie trentacinque auto iconiche della storia dell’automobile.

È il 1905 quando la Confederazione elvetica avvia il primo «Salone dell’Auto in Svizzera» nella cittadina affacciata sul lago Lemano. Il successo non manca. I trentasette stand allestiti accolgono in poco più di una settimana ben 17mila visitatori. Bisogna aspettare però il 1923 per un salto di qualità internazionale. Viene fondato un Comitato Permanente del «Salone internazionale dell’auto, della moto e del ciclo».

Segue nel 1924 l’apertura delle iscrizioni per la prima edizione internazionale del Salone di Ginevra. Tale è il riscontro di partecipanti che viene costruito in città, sulla Plaine di Plainpalais, un fabbricato provvisorio riservato ai veicoli. I motocicli sono esposti al Bâtiment électoral.

I due edifici sono collegati da un nastro trasportatore sopra la strada.Questo primo Salone internazionale è solennemente inaugurato dal presidente della Confederazione elvetica, Ernest Chuard. Gli espositori ammontano a 200 unità. I visitatori esplodono a 68mila. A conferma del successo di pubblico, le vendite dei veicoli a motore in Svizzera si impennano. In un anno passano da 33mila a 39mila unità.

Epopea leggendaria

A raccontare l’epopea leggendaria del Salone, che consolida la propria fama mondiale specie dal 1934, sono i suoi manifesti murali pubblicitari dalla grafica accattivante e seducente. Dalle linee artistiche futuriste sono i primi poster degli anni Venti e Trenta, che traspongono su carta il mito della velocità e del progresso.

Un estro creativo che dagli anni Cinquanta assume forme pubblicitarie proprie del boom economico con un aspetto frizzante, immagini monocromatiche o simboliche. Significativa è la locandina dell’edizione 1955 con raffigurata una delle prime vetture a scoppio, a testimonianza della passione senza tempo per le automobili d’epoca. In questa edizione fa la parte del leone, tra le altre, la Fiat 600 (la «piccola 4 posti economica»).

Nel 1956, invece, campeggia la Dauphine Renault (la vettura «intermedia» tra la famosa 4CV e la due litri Fregate), presentata a Brescia, pochi giorni dopo il Salone, all’Hotel Vittoria alla presenza delle autorità bresciane (dal sottosegretario ai Trasporti Egidio Ariosto al sindaco Bruno Boni), di un folto pubblico e di giornalisti della stampa sportiva e dei maggiori quotidiani di informazione.

Fil rouge con la Leonessa

È un fil rouge, quello tra il Salone di Ginevra e la città della 1000 Miglia, mai interrotto. Due esempi su tutti per gli anni Cinquanta e Sessanta. Primo. I viaggi organizzati. Nel 1960, ad esempio, il «Club Mirabella Mille Miglia» predispone un viaggio in treno da Milano. Il costo è di 15mila lire in seconda classe, poco più di 19mila lire in prima classe. Le iscrizioni si ricevano in via Musei (al civico 28). Secondo. Le novità automobilistiche.

Nel 1968 la Scuderia Brescia-Corse, presieduta da Alfredo Belponer, presenta a Ginevra il Progetto Panther. Una «interessante e coraggiosa iniziativa che, partendo da Brescia, porta alla ribalta automobilistica in modo nuovo il nome della nostra città», scriveva allora il nostro giornalista Manuel Vigliani. La Panther, destinata a competere nelle gare internazionali per prototipi, viene esposta al Salone di Ginevra nello stand di Bertone, «il carrozziere che ha disegnato con la maestria ben nota il modernissimo esemplare e poi ha realizzato la cellula in vetroresina». Tra i particolari tecnici più interessanti del bolide, il profilo «ispirato al più spinto aerodinamismo».

Il Salone di Ginevra continua a crescere nei decenni. Cambia ed amplia i propri spazi. Differenzia i settori, al passo con le tendenze motoristiche dei tempi. Aumenta il riscontro del pubblico. Nel 1988 tocca per la prima volta la soglia dei 600mila visitatori. Nel 2000, dei 700mila.

E arriviamo all’oggi. Il «salotto buono» delle quattro ruote riesce ancora - nonostante le grandi assenze - a stupire il visitatore specie con le esperienze immersive, declinate in quattro aree tematiche ricche di suggestioni futuristiche: Adrenaline Zone, Design District, Mobility Lab e Next World.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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