Cultura

Cultura e natura: nel weekend tornano le Giornate del Fai

Due gli appuntamenti nel bresciano, in città e in Valle Camonica
Il museo diocesano di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il museo diocesano di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dalla sequoia gigante tra i pochissimi sopravvissuti al disastro del Vajont nel 1963 alla Palma di San Pietro nell'Orto Botanico di Padova, che tanto entusiasmò Goethe nel suo viaggio in Italia. E poi il semenzaio di San Sisto Vecchio, dove dal 1810 si coltivano le piante per il verde pubblico di Roma, comprese le fotografatissime azalee di Trinità dei Monti, o la Riserva naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, tratto di costa incontaminata, tra dune e calanchi, salvata dalla cementificazione grazie all'impegno dei volontari.

E poi il borgo storico Monesteroli a La Spezia, a picco sul mare in fondo a una scala di 1000 gradini, che vive di energie rinnovabili; l'Eremo di S. Onofrio al Morrone, umile rifugio di Celestino V a Sulmona; l'Art Park La Court a Castelnuovo Calcea, con le sculture di Emanuele Luzzati tra i vigneti delle Langhe e del Monferrato, patrimonio dell'Unesco. Fino al Terzo Paradiso di ulivi donato da Michelangelo Pistoletto al Bosco di San Francesco ad Assisi e i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, oltre due ettari di verde che dominano la Città Alta, aperti in anteprima in omaggio alla comunità che più sofferto l'emergenza sanitaria.

Con oltre 200 luoghi in più di 150 località, il Fondo Ambiente Italiano torna a celebrare la bellezza del patrimonio del Paese e per la prima volta in 35 edizioni lancia le speciali Giornate Fai all'aperto interamente dedicate al rapporto tra Cultura e Natura, il 27 e il 28 giugno (prenotazione obbligatoria con contributo minimo entro le 15 del 26 giugno su www.giornatefai.it).

Due gli appuntamenti nel Bresciano: il Museo Diocesano in città con attività di yoga e fitness, e a Sonico, in Valle Camonica, la Terza Linea della Grande Guerra.

A causa della pandemia, spiega il presidente del Fai Andrea Carandini, «con gran dolore abbiamo dovuto rinunciare all'edizione di Primavera. Queste nuove Giornate saranno un'innovazione permanente? Lo vedremo, per ora sono una ripartenza».

 

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