Cultura

«Così ricordiamo i luoghi-simbolo del Bresciano»

Il regista Massimo Grandi sui documentari ispirati a Edgar Lee Masters in rotazione su Teletutto
Roberto Denti con il chitarrista Bertelli e l’attore Mirko Signorelli - © www.giornaledibrescia.it
Roberto Denti con il chitarrista Bertelli e l’attore Mirko Signorelli - © www.giornaledibrescia.it
AA

A volte lo spirito dei luoghi a noi più vicini può essere raccontato ispirandosi a storie lontane, sia nel tempo sia nello spazio. Succede ad alcuni siti del Bresciano, che incontrano le poesie dell’«Antologia di Spoon River» nella serie di documentari ideata e diretta dal regista Massimo Grandi, in onda in rotazione su Teletutto. È così che le voci dei fantasmi descritti da Edgar Lee Masters, nella sua celeberrima raccolta, oltre un secolo dopo risuonano nella nostra città, animando il cimitero Vantiniano e la Chiesa di San Cristo dei Missionari Saveriani, per poi arrivare in provincia, fino alla pieve di San Pancrazio a Montichiari e tra le mura abbandonate della dismessa base Nato del Maniva. «Si tratta di un vero sogno nel cassetto che prende forma - racconta Grandi - perché da anni desideravo realizzarlo e finalmente è giunto il momento. E non mi fermo: è già pronta una nuova puntata girata al Castello di Padernello, mentre è in preparazione un altro set cittadino nella chiesa delle Grazie».

Nella pieve di San Pancrazio,  Bertelli e Signorelli - © www.giornaledibrescia.it
Nella pieve di San Pancrazio, Bertelli e Signorelli - © www.giornaledibrescia.it
 La struttura degli episodi prevede un’introduzione storica affidata allo scrittore Roberto Denti, che rivela il passato del luogo scelto per le riprese facendo respirare sia lo spirito del tempo nel quale è stato edificato sia l’avvicendarsi delle stagioni umane che l’hanno animato, fino a condurre la narrazione ad intrecciarsi con alcune pagine scelte dall’«Antologia di Spoon River», affidate alla lettura dell’attore Mirko Signorelli, con accompagnamento musicale del chitarrista Renato Bertelli.

«È prezioso il lavoro dei fidati collaboratori che mi stanno aiutando a realizzare il progetto - prosegue il regista - tra i quali anche Carlotta Franzoni, aiuto regia, e Adriano Treccani alla fotografia. Si è creato un team affiatato e l’entusiasmo cresce anche grazie ai riscontri dati dagli spettatori: tanti sono gli appassionati lettori della raccolta di Edgar Lee Masters che ci chiedono di proseguire con questi "ritratti": "Dovete farli tutti" ha detto un novantenne a Denti, fermandolo al supermercato. Sono oltre duecento, sarà una bella impresa!». La serie è strutturata con uno stile ben riconoscibile, tuttavia si concede sperimentazioni coerenti con i luoghi, come ad esempio un retrogusto tra il fantascientifico e il vintage nel montaggio della puntata ambientata nella ex base Nato del Maniva. Empatia e vibrazioni melodiche dark, inoltre, avvolgono la sigla che si appoggia alle note di «Atmosphere» dei Joy Division. «La musica della band di Ian Curtis è da sempre una mia passione, come anche i Cure e gli Smiths» confida Massimo Grandi, che nel frattempo sta già realizzando anche un film, dedicato al pittore di Travagliato Paolo Bignotti (1918-1978). Un altro intreccio poetico tra epoche, a giudicare dal quanto anticipa Grandi: «È un progetto che sento di aver "ereditato" da uno dei maestri bresciani del cinema, Achille Rizzi, che negli anni Settanta fu un sostenitore del talento dell’artista».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia