Cultura

Cosa hanno a che fare il bresciano Pietro Felter, la battaglia di Adua, Arthur Rimbaud e Hailé Selassié

L’incredibile storia del valsabbino che salvò le truppe italiane a Macallé, seguì la disfatta di cui ricorre il 128esimo anniversario e fu perno di una rete di conoscenze bresciane e internazionali in terra d’Africa
Le tre figure al centro sono, da sinistra Pietro Felter, la moglie Augustine e il generale Oreste Baratieri
Le tre figure al centro sono, da sinistra Pietro Felter, la moglie Augustine e il generale Oreste Baratieri

«Qui si mangia e si beve ottimamente e si gioca alla morra. Bresciani siamo parecchi. Col nemico abbiamo contatto, e non è da escludersi che in questi giorni, cominci la danza, invidiami pure lo spettacolo». Parole profetiche affidate a una lettera vergata il 28 dicembre 1895 nel forte di Adigrat, quartier generale italiano, dal valsabbino Pietro Felter. Figura straordinaria, fu protagonista nella colonia primigenia d’Eritrea, che nei due mesi successivi conoscerà contro l’Etiopia due delle più

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