Cultura

Con «Luminator» la bresciana Flos è nell’Italia Geniale

La lampada firmata dai fratelli Castiglioni nella mostra degli oggetti iconici, da Dubai a Roma
Luminator di Flos
Luminator di Flos
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«Luminator» della bresciana Flos è uno degli oggetti iconici selezionati per rappresentare il design italiano nella mostra in corso sino al 13 marzo a Roma, a Palazzo Piacentini in via Vittorio Veneto 33, dal titolo «Italia Geniale. Design enables, Bellezza, originalità, creatività del design industriale apprezzato universalmente» (orari di apertura: venerdì 17-20, sabato e domenica 10-21. Prenotazione obbligatoria: polo.culturale@mise.gov.it, telefono 0647051).

L’esposizione mira ad essere un «omaggio alla creatività e al lavoro delle imprese italiane» valorizzando il patrimonio dei marchi e dei brevetti del Belpaese, depositato all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo economico.

L’allestimento consta di oltre 60 pezzi, che descrivono la creatività, la funzionalità e la qualità della produzione dell’industria italiana. Una delle cinque sezioni del percorso espositivo dal titolo «Relationable» è volta a valorizzare quel design italiano capace di innovare relazioni, usi e costumi, mettendo sempre al centro la persona.

Protagonista, tra gli altri, è la lampada Flos, disegnata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1954 e premiata con il prestigioso Compasso d’Oro l’anno seguente. «Luminator» - si legge nel catalogo della mostra - ben «sintetizza lo sforzo del design italiano negli anni del secondo dopoguerra nel concentrarsi verso lo sviluppo di oggetti a bassa tecnologia, facilmente producibili ed esportabili».

Al tempo stesso, la lampada da terra costituisce una tappa fondamentale della fitta ricerca dei fratelli Castiglioni sul tema del «design readymade». Il suo "disegno essenziale e stilisticamente "neutro", incentrato su un lungo stelo di ferro smaltato e vetrificato, le consente di ambientarsi con facilità in diversi ambiti: sia in ufficio sia negli ambienti domestici».

Nella parte alta è innestato un «faretto al tungsteno da 200 W con bulbo in vetro pressato e riflettore sulla sommità». L’azienda bresciana è la prima a adottare per un uso domestico un faretto. Alla base, le tre sottili gambe sono realizzate in «metallo zincato, con finitura verniciata a liquido, dalle quale fuoriesce il cavo di alimentazione, sul quale è posto l’interruttore di accensione».

Nella stessa sezione è esposta anche la Moka creata da Alfonso Bialetti (1950) del gruppo omonimo con sede a Coccaglio. Le sezioni. La mostra - allestita precedentemente al Padiglione Italia dell’Expo Dubai e promossa in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Commissariato generale per Expo 2020 Dubai, Adi (Associazione per il disegno industriale), Unioncamere e Italian trade agency - è articolata, come detto, in cinque sezioni. Oltre alla citata area tematica, i pezzi esposti sono organizzati nelle categorie «Liveable», «Moveable», «Workable» e «Imaginable».

L’esposizione è curata da Carlo Martino (Università La Sapienza di Roma) e Francesco Zurlo (Politecnico di Milano). Il progetto è stato diretto da Luciano Galimberti e dal Direttore di Adi Design Museum, Andrea Cancellato, mentre si è occupato dell’identità visiva lo studio SM5 che, con Ivo Caruso, ha curato anche l’allestimento.

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