Cultura

Com'è nata l'installazione di tubi a led rossi di Vera Uberti al Carme

Aperta dal 21 dicembre, «Porta segreta» sarà visitabile fino al 28 gennaio. Qui l'artista racconta il processo di ideazione
«Porta segreta» di Vera Uberti al Carme
«Porta segreta» di Vera Uberti al Carme
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«Con occhio spirituale»: così l’artista suggerisce di attraversare la sua «Porta segreta», l’immersiva installazione che ha aperto giovedì 21 dicembre e resterà visitabile fino al 28 gennaio negli spazi di Carme in via delle Battaglie 61/1, l’ex chiesa dei Santi Filippo e Giacomo nel cuore di Brescia.

Vera Uberti, italo-brasiliana, docente all’Accademia Santa Giulia di Brescia, con i suoi lavori vuol provocare lo sguardo interiore e le domande vitali. «Non penso che le persone debbano per forza comprendere ciò che voglio comunicare, voglio piuttosto che vivano un’esperienza». In questo caso le emozioni sono provocate da due grandi installazioni luminose che viaggiano lungo il filo del concetto di «Kundalini», l’energia intangibile rappresentata da un serpente avvolto su se stesso, qui ricreato con 140 tubi a Led rossi e seguito da un Mar Rosso di luci e fumi.

L’ingresso costa 12 euro (gratuito per gli under 12), biglietti acquistabili su eventbrite.it, apertura giovedì-domenica 19-22. Abbiamo intervistato l’artista. 

Vera, la luce è la sua firma. Come ci è arrivata? 

La luce per me è centrale, ma mi definisco artista multimediale. Vorrei non chiudermi in una scatolina. Ci sono arrivata piano piano: ho capito che il mio interesse più grande era creare un dialogo tra territorio, persone e arte. Quando visito i luoghi per le mostre cerco di intuire l’essenza dello spazio, portandola alla luce. La light art quindi non è tanto diversa da una scultura in marmo: togli il marmo per trovare ciò che vedi. 

  • L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
    L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
  • L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
    L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
  • L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
    L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
  • L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme
    L'installazione di Vera Uberti nelle stanze del Carme

In generale come idea le sue opere, qual è il processo? 

La visita del luogo è il primo passo. Ci sto molto tempo, in silenzio, ascoltandolo. Quando mi trasmette qualcosa, quando trovo l’essenza pulsante, allora comincio a pensare alla luce. Come una nascita. «Venire alla luce» è il verbo giusto. Non solo con l’illuminazione, anche se la luce è centrale, strumento più adatto al mio intento. Da lì racconto la storia. Difficile che in uno spazio ci sia solo un’installazione. 

Anche qui sono due… 

Sì, e il fatto che Carme sia stato in passato una chiesa non mi è indifferente. È impossibile non cogliere monumentalità e sacralità del luogo. Quando ho deciso di presentare queste due opere - che già avevo installato altrove, anche se qui ci sarà un concept diverso - ho scelto il serpente in quanto simbolo di fertilità e sacralità, protezione, cura e salute. In quanto energia vitale. 

E per quanto riguarda l’energia kundalini, cosa significa per lei e per questa opera? 

Nello yoga è l’energia vitale che nasce dall’osso sacro e che sale in forma di serpente quando stimolata, trasportandoci a un livello superiore di comprensione del mondo e di noi stessi. Facendo il sopralluogo, la grandezza e la bellezza dello spazio mi hanno fatto percepire questo. Il serpente che si accende sprigiona l’energia vitale dello spettatore. E c’è anche una porticina segreta che le persone devono attraversare per toccare con mano l’anima. Questa è la seconda installazione, un bagno di luce rossa che richiama il Mar Rosso, biblico. Attraversarlo significa attraversare l’energia vitale, vedendola con gli occhi e non solo percependola spiritualmente.

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