Cinema

Semiramide, stasera la presentazione del film sulla veggente bresciana

Anteprima del lungometraggio di Silvia Ghilardi e Silvia Casciò al cinema Nuovo Eden alle 18
  • La veggente Semiramide
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«Nella villa canta i paù de la maga, che ha una figlia coi piedi di capra»: così il cantautore Charlie Cinelli descrive Elisa Semiramide Gazzo. Semiramide da Brescia, preveggente.

Gino Ghidoni, suo marito, era fondatore de La Fiaccola, rivista in cui confluivano contributi di Gabriele D’Annunzio, Ada Negri, Luigi Pirandello, Grazia Deledda, e dove era reclamizzato lo studio della moglie, chiromante e psicografologa. Trasferitasi a Villa Usignolo di Sarezzo per accudire in un luogo tranquillo Rosa, la figlia disabile, aveva uno studio di chiromanzia a Brescia in via Aleardi 19. Le pareti erano tappezzate di fotografie. Politici, sportivi, medici, attori, le scrivevano dediche riconoscenti e ammirate.

Nel maggio del 1944 le venne recata l’impronta della palma di una mano maschile: era quella di Mussolini. Il calco era stato portato direttamente da Claretta. Semiramide la scrutò con la lente e diede profezia luttuosa. In una notte buia, fu accompagnata a Villa Feltrinelli. Mussolini, terreo e sofferente, le prese le mani e le chiese: «Volendo potrei evitare?». Lei rispose solo che avrebbe fatto un lungo viaggio. Tutto era nelle mani di Dio. Aveva visto (non lo disse) alle sue spalle proiettata l’ombra del capestro.

Maria Hardouin, vedova D’Annunzio, era affezionata a Semiramide. A lei, che chiedeva se avrebbe rivisto il figlio lontano per la guerra, fu predetto il suo ritorno. Il figlio tornò… ma poco tempo dopo la principessa morì.

Premiata a Roma con targa d’onore e medaglia d’oro il 15 luglio del 1928, diventò gradita presenza in trasmissioni televisive. Era una Sibilla: eternamente giovane, viveva sulle soglie dei regni occulti. Semiramide raccontava ad un intervistatore che, durante le predizioni, le si “folgorava” il cervello all’improvviso. Un’esaltazione spirituale le faceva intuire fluidamente miserie, incendi, trionfi e ricchezze.

Non apparteneva all’estroso ambiente delle fattucchiere. Non illudeva. Dava sempre un carattere morale ai suoi consigli: avvertiva quello che sfugge agli altri uomini. Le sue trisavole, le sue bisavole e la sua stessa mamma erano state indovine e veggenti, ma lei le aveva superate. Infatti, il suo nome era conosciuto fuori dall’Italia: giornali, riviste, radio, cinematografo e televisione parlavano di lei.

Ritorna l’incanto di Semiramide nel lungometraggio « A Semiramide», che verrà presentato al cinema Nuovo Eden oggi alle 18, di Silvia Ghilardi e Silvia Casciò: una giornalista si è messa sulle tracce della veggente, vagando tra gli archivi gardonesi, Villa Usignolo, Vittoriale e Vantiniano. L’introduzione è stata affidata a Charlie Cinelli.

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