«Passione di Cristo», il sequel in Italia: Smutniak e Scamarcio nel cast

Cristiano Bolla
Mel Gibson è tornato a Cinecittà per le riprese del seguito del film che nel 2004 fece discutere il mondo intero: nei panni di Gesù non ci sarà, però, Jim Caviezel
Una scena della «Passione di Cristo» di Mel Gibson
Una scena della «Passione di Cristo» di Mel Gibson
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A più di vent’anni dall’uscita di «La Passione di Cristo», Mel Gibson è tornato a Cinecittà per dirigere il seguito del film che nel 2004 fece discutere il mondo intero. Il nuovo progetto, intitolato «La Resurrezione di Cristo», ha ufficialmente iniziato le riprese negli studi romani e rappresenta uno dei lavori più attesi della carriera del regista australiano. Secondo quanto annunciato nei mesi scorsi, il film sarà suddiviso in due capitoli, con uscite previste rispettivamente il 26 marzo 2027, in coincidenza con il Venerdì Santo, e il 6 maggio 2027, giorno dell’Ascensione che cade esattamente 40 giorni dopo. Una scelta di calendario che unisce narrazione e liturgia, legando l’opera cinematografica al simbolismo più profondo della tradizione cristiana.

Racconto mistico

Gibson e il co-sceneggiatore Randall Wallace, già collaboratore del regista per «Braveheart - Cuore impavido», hanno lavorato per anni a una storia che approfondisce gli eventi immediatamente successivi alla crocifissione di Gesù. Il progetto è stato riscritto più volte: lo stesso Gibson ha dichiarato di aver elaborato almeno sei versioni differenti della sceneggiatura prima di arrivare a quella definitiva, concepita come un racconto mistico e spirituale più che cronachistico.

Rosalinda Celentano nei panni di Satana in «La Passione di Cristo»
Rosalinda Celentano nei panni di Satana in «La Passione di Cristo»

L’approccio di «La Resurrezione di Cristo» si preannuncia radicalmente diverso rispetto al film del 2004. In un’intervista rilasciata qualche anno fa, Mel Gibson aveva descritto il sequel come «un viaggio sotto acido», spiegando che l’obiettivo è rappresentare la dimensione ultraterrena vissuta da Cristo nei tre giorni tra la morte e la resurrezione. «Gesù si muoverà in altri regni», ha detto il regista, suggerendo che il film esplorerà piani spirituali e simbolici più che materiali. L’idea è quella di mostrare il confine tra la sofferenza umana e la trascendenza divina, con una messa in scena che promette di alternare realismo storico e visioni mistiche.

Gli interpreti

A interpretare il nuovo Gesù sarà Jaakko Ohtonen, attore finlandese noto al pubblico internazionale per la serie «The Last Kingdom». Ohtonen prende così il posto di Jim Caviezel, protagonista del film originale, che inizialmente sembrava destinato a tornare ma è stato sostituito per motivi produttivi e di età anagrafica. Secondo fonti vicine alla produzione, Gibson avrebbe deciso di rinnovare completamente il cast per evitare l’uso di complessi effetti digitali di ringiovanimento e per imprimere un tono più contemporaneo alla recitazione.

Maia Morgenstern era Maria, Jim Caviezel Gesù
Maia Morgenstern era Maria, Jim Caviezel Gesù

Nel cast figurano diversi volti italiani: Kasia Smutniak interpreterà Maria, Riccardo Scamarcio vestirà i panni di Ponzio Pilato e Pier Luigi Pasino, noto per la serie «La legge di Lidia Poët», sarà l’apostolo Pietro. Mariela Garriga, attrice cubana vista in «Mission: Impossible - Dead Reckoning», sarà Maria Maddalena, mentre Rupert Everett ricoprirà un ruolo minore ma descritto come «centrale per la trama».

Il film è prodotto da Icon Productions, la società fondata da Mel Gibson e Bruce Davey, in collaborazione con Lionsgate, e sarà girato come il precedente in aramaico, ebraico e latino, per conservare l’autenticità linguistica e storica che caratterizzava «La Passione di Cristo». Dettaglio, questo, che sembra cozzare con la decisione di affidarsi a un interprete finlandese per il ruolo del protagonista, scelta sulla quale soffiano già i primi venti di polemica.

Seraphia (Sabrina Impacciatore) offre a Gesù (Jim Claviezel) una panno di lino per asciugarsi in una foto di scena del film «La Passione di Cristo»
Seraphia (Sabrina Impacciatore) offre a Gesù (Jim Claviezel) una panno di lino per asciugarsi in una foto di scena del film «La Passione di Cristo»

Le riprese in Italia

Dopo l’avvio delle riprese a Cinecittà, la produzione si sposterà nelle prossime settimane nel Sud Italia, tra Basilicata e Puglia. Le ambientazioni scelte includono Matera, Ginosa, Gravina, Laterza e Altamura, località che già in passato hanno prestato i loro paesaggi rupestri a produzioni bibliche e storiche. Matera, in particolare, aveva ospitato nel 2004 molte delle scene più iconiche di «La Passione di Cristo», diventando negli anni una meta privilegiata per il cinema internazionale grazie alla sua somiglianza con la Gerusalemme antica. Le riprese, secondo quanto riportato, sono iniziate nella prima metà di ottobre e proseguiranno fino all’inizio del 2026. Le scenografie ricostruiranno il contesto dei tre giorni che, secondo i Vangeli, separano la crocifissione dalla resurrezione, con l’obiettivo di rappresentare non solo la dimensione storica, ma anche quella simbolica e spirituale del racconto.

La storia della «Passione di Cristo»

Quando è uscito nel 2004, «La Passione di Cristo» si è imposto come uno dei più discussi fenomeni cinematografici del nuovo millennio. Costato circa 30 milioni di dollari, ne ha incassati oltre 610 milioni a livello globale, entrando nella storia come uno dei film indipendenti più redditizi di sempre. Negli Stati Uniti, con 370 milioni di dollari, ha mantenuti per quasi vent’anni il primato di film vietato ai minori con il maggiore incasso, superato solo nel 2024 da «Deadpool & Wolverine».

Il successo commerciale è andato di pari passo con le polemiche: è stato accusato di antisemitismo e di un eccesso di violenza, tanto che molti critici lo hanno definito «insostenibile» per realismo e crudeltà. Allo stesso tempo, è stato lodato per la coerenza della regia e per la scelta di girare interamente in aramaico, latino e antico ebraico, garantendo una fedeltà linguistica e storica rara nel cinema religioso contemporaneo. «La Passione di Cristo» ha inoltre ricevuto tre nomination agli Oscar – per il trucco, la fotografia e la colonna sonora di John Debney – e ha consolidato la figura di Gibson (poi finita al centro di altri scandali e allontanamenti dai riflettori di Hollywood) come autore capace di coniugare cinema spirituale e visione autoriale.

Il regista torna ora per concludere quella narrazione iniziata nel 2004 con un’opera divisa in due parti, dal tono più filosofico e visionario, capace di parlare tanto ai fedeli quanto agli spettatori laici. La sfida, ora, sarà replicare l’impatto emotivo e commerciale del primo film, offrendo al pubblico una nuova riflessione cinematografica sulla figura di Cristo e sul mistero della resurrezione.

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