Cinema

Mostra del Cinema di Venezia, Julia Roberts la regina annunciata

Enrico Danesi
Il festival è in programma dal 27 agosto al 6 settembre: Del Toro porta Frankenstein, Jude Law è Putin per Assayas
Julia Roberts con il regista Luca Guadagnino
Julia Roberts con il regista Luca Guadagnino
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Tra molti autori e parecchi divi, l’82ª Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre, ha una regina annunciata: è Julia Roberts, che per la prima volta calcherà il tappeto rosso del Lido. Non più giovanissima, l’interprete di «Pretty Woman» conserva infatti un’immagine fresca e talmente glamour da garantirle un ruolo di primissimo piano, nonostante il film di cui è protagonista, «After the Hunt» di Luca Guadagnino, non sia in gara, per volontà esplicita del regista.

In concorso

Presentato ieri dal presidente Pietrangelo Buttafuoco e dal confermatissimo direttore Alberto Barbera (l’uomo che ne ha rilanciato l’immagine internazionale), il festival veneziano conta su presenze di notevole spessore in concorso. In primis quella di Kathryn Bigelow, cineasta americana che ha in bacheca film adrenalicamente visionari («Point Break», «Strange Days» e «The Hurt Locker» premiato con sei Oscar), ed è in gara con «A House of Dynamite», interpretato da Idris Elba, che inquadra le paure contemporanee viste nel “quotidiano delle vite che si rompono”. Ma è forse ancora più atteso il nuovo passaggio in Laguna di Guillermo Del Toro con «Frankenstein», kolossal targato Netflix.

Alte aspettative

Per i cinefili non è poi certo da meno un’altra “prima volta”, quella di Jim Jarmusch, che porta in competizione «Father Mother Sister Brother», film a episodi (soffiato a Cannes) con Tom Waits, Adam Driver e Cate Blanchett; come non lo è il ritorno di Yorgos Lanthimos, che mette la musa Emma Stone (e il bravissimo Jesse Plemons) al centro di «Bugonia», commedia fantascientifica che è il suo personale remake di «Save the Green Planet». Aspettative alte anche per «Gli anni del Cremlino» di Olivier Aassayas, che mette a fuoco l’irresistibile ascesa di Putin; per l’adattamento cinematografico di «Lo straniero» di Camus firmato da François Ozon; per «No Other Choice» del coreano Park Chan-Wook, che torna a Venezia vent’anni dopo la folgorazione di «Lady Vendetta»; per «Jay Kelly» di Noah Baumbach, commedia dall’indole indipendente, ma con un cast stellare capitanato da George Clooney.

Gli italiani

La pattuglia italiana in corsa per il Leone d’Oro – che sarà assegnato dalla giuria presieduta da Alexander Payne, raffinato autore di «Sideways» e «Paradiso amaro» – annovera cinque rappresentanti su un totale di ventitré: Paolo Sorrentino, che investe su «La grazia» (il film d’apertura, con l’immancabile Toni Servillo), Leonardo Di Costanzo con «Elisa», Pietro Marcello con «Duse», Franco Maresco con «Un film fatto per bene» e, infine, Gianfranco Rosi con «Sotto le nuvole», affettuoso ritratto documentaristico di Napoli.

Fuori concorso

Nel Fuori Concorso brillano invece, oltre a Guadagnino, le opere di Gus Van Sant, Julian Schnabel, Antonio Capuano, Paolo Strippoli e Andrea Di Stefano («Il maestro», con Pierfrancesco Favino che fa l’insegnante di tennis), mentre la sezione Non Fiction mette in vetrina documentari di Herzog, Lucrecia Martel, Laura Poitras (vincitrice a sorpresa a Venezia, nel 2022, con «All the Beauty and Bloodshed») e Sofia Coppola (che conquistò il Leone d’Oro nel 2010 con «Somewhere»).

Da Brescia

Un frame de «Il magnifico cornuto» - © www.giornaledibrescia.it
Un frame de «Il magnifico cornuto» - © www.giornaledibrescia.it

Curiosità in ordine sparso: già certi di una prestigiosa statuetta dorata (alla carriera) Kim Novak e Werner Herzog, icone senza tempo; il film d’apertura della sezione Orizzonti – la più innovativa – è «Mother» di Teona Strugar Mitevska, imperniato sulla figura di Madre Teresa di Calcutta, interpretata da Noomi Rapace; sempre in Orizzonti, gareggia «Un anno di scuola» di Laura Samani, talentuosa filmaker triestina con ascendenze bresciane (per parte di madre), che aveva esordito a Cannes nel 2021 portando il sorprendente «Piccolo corpo»; tra i Classici Restaurati dell’omonima sezione compare «Il magnifico cornuto» di Antonio Pietrangeli, splendida commedia del 1964, interamente girata a Brescia; alla Settimana internazionale della Critica il 27enne bresciano Paolo Baiguera è in gara col corto «El pütì pèrs», che tra i produttori vede Graziano Chiscuzzu della bresciana 5e6film.

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