Cinema

Avatar, nel terzo atto della saga «sono i figli a diventare eroi»

A dirlo è la bresciana d’adozione Zoe Saldaña, ieri alla conferenza di presentazione del film diretto da James Cameron. L’attrice americana è la guerriera Neytiri, che ha visto morire il suo primogenito
Zoe Saldaña (a destra) con Sigourney Weaver - Foto Epa/Teresa Suarez © www.giornaledibrescia.it
Zoe Saldaña (a destra) con Sigourney Weaver - Foto Epa/Teresa Suarez © www.giornaledibrescia.it
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Dai conflitti nel mondo alla protezione dell’ambiente «ritroviamo qui molte emergenze del mondo di oggi». Lo sottolinea Sigourney Weaver, nella conferenza stampa trasmessa ieri in tutto il mondo da Parigi, presentando «Avatar - Fuoco e cenere», terzo atto della saga action/fantascientifica/ambientalista di James Cameron, che dopo aver incassato oltre 5 miliardi di dollari con i primi due capitoli, si prepara a un nuovo record al botteghino.

James Cameron con la moglie Suzy Amis ieri alla première - Foto Epa/Teresa Suarez © www.giornaledibrescia.it
James Cameron con la moglie Suzy Amis ieri alla première - Foto Epa/Teresa Suarez © www.giornaledibrescia.it

Il film, che uscirà il 17 dicembre in Italia, e due giorni dopo negli Usa, ha nel supercast, fra gli altri, i due protagonisti Sam Worthington e la bresciana d’adozione Zoe Saldaña (è moglie del regista Marco Perego, nato a Salò e ora di base negli States), poi Stephen Lang, Oona Chaplin, Kate Winslet, Cch Pounder, Edie Falco, David Thewlis, Jemaine Clement, Giovanni Ribisi, Trinity Jo-Li Bliss, Jack Champion.

La trama

La storia (che prende vita anche grazie alla tecnologia 3D e la performance capture) ci riporta sul pianeta Pandora qualche tempo dopo gli eventi di «Avatar: La via dell’acqua». L’ex marine diventato leader Na’vi attraverso il suo avatar, Jake Sully (Worthington), la compagna, la guerriera Neytiri (Saldana) e i tre figli sono ancora provati dal lutto per la morte del primogenito Neteyam, ucciso durante la tentata invasione da parte degli umani.

La loro sopravvivenza e il futuro del pianeta sono messi ancora più a rischio quando entra nel conflitto il violento clan Mangkwan, il Popolo della Cenere che, dopo aver subito nella sua terra una devastazione naturale, ha rinnegato i valori di Eywa (la ’madre’ di Pandora) ed è ostile agli altri clan del pianeta.

Il messaggio

«Questo è un film sulla cenere che lascia il lutto, sul dolore, sulla perdita, sul trauma, ma è anche un film su come guarire, rialzarsi, spezzare il ciclo di violenza creato dall’odio che deriva da una perdita» spiega Cameron. Tutti sentimenti «che rispecchiano quando sta accadendo nel mondo» osserva. «In “Fuoco e cenere” vediamo come siano i figli a diventare gli eroi – aggiunge Saldaña –, una cosa che accade spesso quando le famiglie sono colpite da perdite inimmaginabili. I genitori qui si sentono persi, nessuno nasce con un manuale su come gestire quel tipo di perdita. E a volte i figli in questo riescono a diventare le guide, riconducono le loro famiglie verso la guarigione e la salvezza».

La prole di Sully e Neytiri include anche la figlia adottiva teenager Kiri (Weaver) nata dall’avatar della scienziata Grace Augustin. «È stato uno dei regali più grandi del mio percorso artistico poter lavorare con James Cameron più volte – spiega l’attrice, amica del regista da 40 anni, quando l’aveva diretta in «Aliens - Scontro finale» –. Per me è stata una sfida interpretare qui un personaggio di 14 anni, perché quello è stato un periodo difficile della mia vita». In Avatar «Jim mi ha comunicato così tanta fiducia che non mi sono limitata a interpretare una teenager, ma ho ritrovato la teenager che sono stata». Conferma Cameron, rivolgendosi direttamente all’amica: «Nel dare corpo a Kiri, si sentiva il tuo essere tornata a quell’età nello spirito, nei movimenti e in tutto il resto. Non so nemmeno quanto ne fossi consapevole. Hai incanalato in lei quello che avevi vissuto. È stato straordinario».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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